Concessioni balneari, cè laccordo sugli indennizzi ma servirà un decreto per calcolarli

26 maggio
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Arriva il punto di svolta nel braccio di ferro sulle concessioni balneari. La maggioranza ha infatti trovato l'accorto sull'articolo 2 del Ddl Concorrenza, ossia quello "sull'efficacia delle concessioni demaniali", puntando a sciogliere gli ultimi nodi, come ad esempio quello degli importi, attraverso  futurii decreti legislativi. Lunedì prossimo il testo dovrebbe arrivare in Aula, dopo il via libera di oggi atteso in commissione industria, che servirà di fatto a scongiurare l'ipotesi del voto di sfiducia. Nei giorni scorsi la proroga di un anno delle gare per assegnare le concessioni balneari al 2024 aveva messo d'accordo tutta la maggioranza, ma restava il nodo degli indennizzi.

Trovata l'intesa sulle somme da corrispondere ai concessionari, che dopo la gara dovessero perdere la propria concessione, adesso rimane il problema di quantificare queste cifre. A decidere con quali criteri calcolare gli indennizzi sarà il Governo, che entro sei mesi dovrà presentare dei decreti delegati con le istruzioni dettagliate.Quindi, la questione delle concessioni è tutt'altro che terminata: servirà infatti uno o più decreti ad hoc. Questi serviranno per stabilire il valore dell'impresa, tenendo conto dell'avviamento commerciale, delle perizie, del valore dei bene e delle scritture contabili. Confermata invece la data del 31 dicembre 2023, termine ultimo per mettere a bando le spiagge, e l'intervallo di tempo fino al 31 dicembre 2024 in caso contenziosi.

Un'intesa fondamentale, come sottolineato da Simona Malpezzi, Presidente dei Senatori del Pd: "È importante aver trovato un accordo sulle concessioni balneari che consentirà di approvare in tempi rapidi il ddl concorrenza. Il Pd ha lavorato fin dall'inizio per trovare una soluzione e dare al Paese una delle riforme indispensabili per ottenere le risorse del PNRR. Il Paese ha bisogno di stabilità, serietà e responsabilità. Abbiamo ancora tanto lavoro nei prossimi mesi, a partire dal decreto qui in Senato sulle norme PNRR tra cui quelle riguardanti il mondo della scuola''.

Soddisfazione manifestata anche da Mario Turco, senatore del Movimento 5 stelle: "Grazie al grande lavoro profuso dal Movimento 5 Stelle, è stato finalmente raggiunto l'accordo su cui stavamo lavorando da mesi in materia di concessioni balneari. Nel vertice di maggioranza, infatti, il governo è giunto ad una soluzione di equilibro. Il M5S ha sostenuto sin dall'inizio un compromesso che rappresentasse un punto d'incontro fra gli interessi di imprese, lavoratori, utenti e Stato. Così, al termine di questi mesi di discussione, siamo riusciti a garantire gare pubbliche entro dicembre 2023, salvo ragioni adeguatamente motivate e oggettive che impediscano il differimento entro e non oltre dicembre 2024".

"Importante, ai fini della trasparenza amministrativa, è l'inserimento dell'informativa alle Camere che abbiamo richiesto, sull'esito delle procedure selettive non completate a dicembre 2023, e sulle ragioni che ne hanno eventualmente impedito la conclusione - sottolinea - Il grande risultato ottenuto sta, soprattutto, nell'esclusione dal regime delle concessioni balneari e quindi dall'applicazione della direttiva Bolkestein, per la cantieristica navale ma anche per settori importanti e strategici come la mitilicoltura e la maricoltura".

"Sulla nautica da diporto, sui punti di ormeggio e sulle aree prospicenti agli alberghi e ai camping, ci attendiamo, così come abbiamo richiesto, una specifica disciplina nei decreti attuativi. Infine, è da sottolineare il riconoscimento dell'equo indennizzo a carico del subentrante. Siamo riusciti - conclude Turco - a includere nel progetto di riforma le tutele premiali a favore delle microimprese, soprattutto a carattere familiare, nonché delle società sportive e del terzo settore. Siamo convinti che con questo nuovo quadro normativo potremo creare le condizioni per una stagione di crescita di tutto il comparto". Un'intesa poco gradita invece dalla leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che ha definito l'accordo "ridicolo e vergognoso".

Fonte: www.today.it

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