Cosa cambia dal 1° gennaio 2023 per chi paga spesso in contanti

29 dicembre
668 486

Il testo della legge di bilancio passa al Senato che ora è chiamato ad approvarla entro il 31 dicembre (e senza apportare modifiche) per evitare l'esercizio provvisorio. I giochi dunque sono fatti. Anche sul contante. Sul fronte dei pagamenti col Pos, dopo tante polemiche, la maggioranza è tornata sui suoi passi. E dunque non verranno cancellate le multe per quei commercianti o professionisti che rifiutano i pagamenti con carta o bancomat. Il governo sembra però orientato a fornire forme di ristoro agli esercenti per compensare il costo delle commissioni. Ma su questo argomento torneremo più tardi.

Il limite sui pagamenti in contanti: cosa cambia dal 1° gennaio 2023

La vera novità prevista dalla legge di bilancio è senza dubbio l'innalzamento al tetto sul contante che secondo le norme vigenti dal 1° gennaio sarebbe dovuto scendere a mille euro e invece sarà alzato a cinquemila euro. Si tratta dell'ennesima modifica al limite sui pagamenti cash: basti pensare che dal 2010 ad oggi la soglia è stata modificata ben 7 volte passando da un massimo di 12.500 euro a un minimo di mille euro.

Dal 1° gennaio si cambia di nuovo registro: sarà possibile usare la moneta sonante anche per acquisti fino a cinquemila euro. Le nuove norme valgono sia per chi effettua il pagamento che per chi riceve il denaro: entrambi i soggetti possono essere sanzionati. Diverso il discorso per i versamenti e i prelievi fatti sul proprio conto corrente: non essendoci trasferimento di denaro nei confronti di un altro soggetto non sono soggetti ai divieti. Nel corso di una diretta facebook la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha affermato che il tetto al contante è stato alzato perché avere una soglia bassa "sfavorisce la nostra economia" perché "siamo in un contesto europeo e a livello europeo non esiste un tetto europeo al contante". 

Pos: le multe restano, ma i costi delle commissioni saranno mitigati

Veniamo infine all'obbligo di Pos per i commercianti. Come spiegavamo sopra su questo fronte va registrato un nulla di fatto soprattutto per merito (o demerito) delle pressioni dell'Ue. E dunque anche nel 2023 negozianti, artigiani e i professionisti saranno tenuti ad accettare i pagamenti elettronici tramite Pos, micro-transazioni comprese, pena una sanzione pecuniaria di 30 euro, a cui va aggiunto il 4% del valore della transazione per cui è stato rifiutato il pagamento non in contanti. Dal momento che sul tema c'è un po' di confusione chiariamolo una volta per tutte. Per i consumatori non esiste nessun obbligo di pagamento con carta o bancomat: pagare in contanti è sempre possibile. La norma sul Pos semmai tutela quei cittadini che preferiscono utilizzare strumenti tracciabili e che in passato (prima che le sanzioni diventassero realtà) erano spesso costretti a "ripiegare" sul cash.

La maggioranza però studia una strategia anche per mitigare i costi sostenuti dai commercianti sulle commissioni, almeno per le transazioni fino a 30 euro. Per questo è stato istituito un tavolo permanente tra le categorie interessate, ovvero banche e associazioni degli esercenti che avranno 90 giorni di tempo per trovare un accordo. Se ciò non dovesse accadere l'emendamento (sottoscritto anche dall'opposizione) prevede un "contributo straordinario" che dovrà essere pagato dai prestatori dei servizi di pagamenti per compensare le "attività di impresa con ricavi e compensi fino a 400mila euro". Già oggi le imprese con ricavi sotto a questa soglia possono chiedere un credito d'imposta del 30% sulle commissioni legate ai pagamenti elettronici.  

Fonte:

29 dicembre
668 486