Crollo in borsa: le criptovalute rischiano la "capitolazione"

11 maggio
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Lunedì scorso il prezzo del Bitcoin è crollato verticalmente sfiorando la soglia dei 30mila dollari, trascinando nella sua caduta anche la maggior parte delle altre criptovalute. Era la prima volta da oltre un anno che la principale criptomoneta toccava livelli così bassi.

Nella serata di lunedì il Fear & greed index, un popolare indice che misura il sentimento generale intorno ai prodotti, ha segnalato uno stato di “estrema paura” per il Bitcoin (con una valutazione di soli 11 punti). Come riporta Geeko, Bitcoin ha bruciato quasi il 20% del suo valore in appena 48 ore, arrivando a costare 30mila dollari, un minimo che non si vedeva dall’estate scorsa.

Ma mentre Bitcoin precipitava, non godevano di sorte migliore le altre criptovalute: ad esempio, Ethereum (-10%), Polygon (-15%) e Shiba (-19%). Molti esperti si aspettavano comunque il crollo, apparentemente da collegare al rialzo dei tassi d’interesse.

Secondo alcuni, la caduta di Bitcoin potrebbe essere ancora più spettacolare, tanto da farli parlare di “capitolazione”, cioè un forte calo del prezzo innescato da un panico tra gli investitori. Questa dinamica potrebbe potenzialmente trascinare con sé l’intero mercato delle criptovalute.

La ragione è quella che viene definita “dipendenza da Bitcoin”: con poche eccezioni (come Monero), infatti, il prezzo delle criptovalute tende generalmente a seguire l’andamento del valore del Bitcoin, dato che quest’ultimo costituisce una grande quota del mercato.

Fonte: europa.today.it

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