Il Consiglio dei ministri vara il decreto Ischia: tutte le misure. Isola sotto shock

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Via libera del Consiglio dei ministri al decreto Ischia. A poco meno di una settimana dalla tragedia che il 26 novembre ha colpito l’isola, dopo aver approvato lo stato di emergenza per 1 anno, il Cdm ha varato un nuovo decreto con il quale stanzia ulteriori risorse pari a 10 milioni, che vanno ad aggiungersi ai 2 miliardi messi in campo subito dopo l’alluvione, per far fronte all’emergenza che l’ha messa in ginocchio.

Cosa prevede il decreto Ischia: gli aiuti alla popolazione

Il testo prevede le prime misure in favore della popolazione dei Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno, tra cui:

  • la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e versamenti tributari, contributivi o di pagamento delle cartelle di pagamento per i residenti delle zone colpite fino al 30 giugno 2023
  • la sospensione, fino al 31 dicembre 2022, dei termini processuali e dei giudizi civili e penali presso il Tribunale di Ischia o di altri Tribunali nel caso in cui la parte o il difensore siano residenti nella zona colpita dall’evento alluvionale
  • la sospensione, fino al 31 dicembre 2022, per i giudizi amministrativi, contabili, tributari e militari
  • la proroga al 31 dicembre 2023 del termine per la cessazione della Sezione distaccata insulare di Ischia, attualmente fissata al 31 dicembre 2022.

Alluvione a Ischia, il bilancio delle vittime e degli sfollati

Intanto, a Ischia si continua a scavare in mezzo al fango. Il bilancio delle vittime sale a 11. Completamente spazzata via la famiglia Monti: anche il corpo della mamma Valentina Castagna, 37 anni, è stato ritrovato, dopo il marito e i tre ragazzini. Manca all’appello solo l’ultima dispersa, Mariateresa Arcamone.

Allo stato attuale risultano interessati dal disastro circa 900 edifici, ha detto il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, in un’informativa urgente alla Camera. Circa 290 invece le persone che hanno trovato sistemazione in strutture alberghiere o altre soluzioni autonomamente individuate.

Stando ai dati raccolti dalla Protezione civile, guidata appunto dall’ex governatore della Sicilia Nello Musumeci, le precipitazioni registrate al suolo a partire dalle prime ore del giorno 26 novembre su tutta l’isola sono state superiori ai 140 millimetri in 24 ore.

Come ha spiegato lo stesso Musumeci, l’intensità maggiore si è registrata nella fascia oraria tra l’1 di notte e le 5 di mattina, raggiungendo localmente cumulate oltre 100 millimetri in 2 ore, più che sufficienti a innescare le colate di detrito che si sono rivelate fatali. Ricordiamo che il bollettino emesso dalla Regione Campania il 25 novembre prevedeva, sia per quel giorno, dalle 14 alle 24, sia per il 26 novembre, dalla mezzanotte alle 24, un livello di allerta arancione per rischio idrogeologico.

Quella che sembrava una zona circoscritta è stata anche ampliata perché la pioggia battente avrebbe potuto causare nuovi smottamenti, con pericoli per gli abitanti. Per questo è stato allargato il perimetro della zona rossa, anche se rimangono le resistenze di alcune famiglie per varie ragioni, compreso il timore di sciacallaggio.

Come hanno agito i soccorsi

“Il dispiegamento dei soccorsi è stato immediato” ha chiarito il capo della Protezione civile. E’ intervenuto il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco con le unità già presenti sull’isola e 100 unità accorse, 40 mezzi operativi, un’unità di comando locale, 2 moduli Sapr, un carro faro e un carro carburante.

L’aeronautica militare con un elicottero con capacità notturne e lo stesso l’Esercito Italiano, persino la nave Gregoretti si è posizionata nelle acque antistanti l’isola di Ischia. Le Forze dell’Ordine hanno messo a disposizione circa 200 unità, la sanità pubblica 44 unità, l’Enel per il ripristino dell’elettricità è intervenuta con 10 unità di personale, ha proseguito Musumeci, aggiungendo che la colonna mobile del volontariato di Protezione Civile della Regione Campania è intervenuta con 104 unità, 3 unità cinofile, 3 escavatori grandi, 3 bob-cat, 9 idrovore, mezzi per trasporto personale, 12 pick-up, 4 torri faro.

Abusivismo edilizio, piaga da cancellare

Ma la tragedia di Ischia ha riportato chiaramente all’attenzione il fenomeno dell’abusivismo e quanto può essere causa e concausa delle calamità, per usare le parole di Musumeci. Il tema dell’abusivismo “non può più essere eluso”.

Oggi, la Protezione civile stima che siano circa un migliaio i Comuni in Italia privi di piano comunale di Protezione civile, “perché lo si considera spesso uno strumento inutile, una fotocopia da tenere agli atti”.

“Sono tanti che non lo hanno adottato e chi lo ha fatto non sempre lo ha sottoposto a costante aggiornamento per ‘leggere’ il territorio e rappresentare le sue fragilità – ha aggiunto Musumeci -. Molti Comuni sostengono di non avere il personale tecnico capace di redigere questi piani. E’ necessario supportare i Comuni nella redazione di questi strumenti. Il Piano di Protezione Civile è il primo strumento sul quale un soccorritore deve approntare la propria azione. E’ un dovere essenziale”.

Una delle ipotesi che l’ex Presidente della Regione Sicilia intende mettere sul tavolo nel gruppo di lavoro che ha voluto costituire d’intesa con la premier Giorgia Meloni è quella di trovare una soluzione ragionevole riguardo agli abusi edilizi, “e il prefetto potrebbe essere l’autorità maggiormente deputata alla demolizione degli abusi edilizi, dietro ai quali spesso si nascondono le organizzazioni criminali” spiega.

“A volte quando il sindaco chiede all’ufficio tecnico di istruire la pratica l’ufficio ha difficoltà a lavorare. Si potrebbe intervenire anche con il genio militare. Io sono autonomista per natura, ma per alcune materie credo che lo Stato diventi essenziale se non indispensabile: l’abbattimento delle case questo momento ad Ischia non è la soluzione immediata ad un problema incombente come il dissesto idrogeologico”.

La necessità di un Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico

Quanto accaduto “ci obbliga moralmente e politicamente ad approfondire con urgenza il tema delle cause ma anche le molteplici questioni connesse alla migliore individuazione del sistema normativo e amministrativo realmente integrato e efficiente sul piano della prevenzione dei rischi” conclude Musumeci.

Una strategia di intervento che consenta di agire laddove è necessario e urgente e che ha come presupposto un quadro completo della previsione del rischio, ha continuato, sottolineando che “non si può immaginare prevenzione se prima non c’è uno strumento di previsione”.

E lo strumento che dice il territorio vulnerabile e quale tipo di rischio potrebbe determinarsi è il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico.

Fonte: quifinanza.it

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