Non solo accise: perché benzina e diesel aumentano e cosa farà il governo Meloni

5 gennaio
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Non lo si esclude più a prescindere. Lo sconto sulle accise per frenare l'aumento del costo di benzina e diesel non è un argomento tabù in seno all'esecutivo Meloni. "Il prezzo dei carburanti sopra i 2 euro? Oggi è solo speculazione" dice il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, che in una intervista al quotidiano La Stampa difende la scelta di cancellare lo sconto sulle accise per concentrare le risorse sugli aiuti contro il caro bollette. "Ma se i rialzi dovessero essere strutturali - assicura - il governo è pronto intervenire di nuovo". Ecco come stanno le cose.

Perché la benzina è aumentata di nuovo

Sono tornati al livello di fine luglio i prezzi di benzina e gasolio alla pompa, con il secondo aumento delle accise scattato il primo gennaio, dopo il primo balzello di inizio dicembre. La congiuntura ribassista sui mercati petroliferi ha dunque evitato uno shock eccessivo, anche se i prezzi medi nazionali in modalità servito hanno toccato la soglia psicologica dei 2 euro/litro. A spingere i prezzi, però, non sono state solo le accise. Dal primo gennaio sono infatti salite altre due voci che incidono sui prezzi: il costo di miscelazione dei biocarburanti nei carburanti “fossili”, passato da 5,5 a 6 centesimi al litro; e i "delta" che le compagnie applicano sul Platts ai rivenditori. Quanto a questa seconda voce, la Staffetta Quotidiana ha riportato prime indiscrezioni su incrementi tra 10 e 45 euro per mille litri (pari a 1-4,5 cent/litro). Balzelli che avranno effetti sull'extrarete e soprattutto sulle “pompe bianche”, dove cioè è per lo più destinato il prodotto ceduto dalle compagnie ai rivenditori. Un ennesimo “giro di vite” da parte dei fornitori che fin dallo scorso marzo, in corrispondenza con il picco dei prezzi e con le incertezze dovute all'invasione russa dell'Ucraina, hanno adottato politiche estremamente “prudenti” su volumi e prezzi. Una dinamica che potrebbe accentuarsi ulteriormente, anche nel senso di possibili contingentamenti, soprattutto in vista dell'entrata in vigore dell'embargo sui prodotti raffinati provenienti dalla Russia, il prossimo 5 febbraio.

Cosa farà il governo Meloni 

Sull'impennata dei prezzi di benzina e gasolio non pesano dunque solo le accise, il cui taglio non è stato prorogato dal governo, ma incombe anche l'ombra di speculazioni sui listini. A lanciare l'allarme è il Codacons, annunciando un esposto alla guardia di finanza e alle procure di tutta Italia affinché accendano un faro sull'andamento dei prezzi alla pompa. "La benzina in modalità self ha già superato quota 1,8 al litro, mentre il gasolio in modalità servito ha sfondato la soglia dei 2 euro al litro - spiega l'associazione - tutto ciò mentre le quotazioni internazionali del petrolio sono in ribasso e non giustificano in alcun modo l'andamento dei prezzi alla pompa, al netto del rialzo delle accise". Continuano intanto a salire i prezzi dei carburanti. Il nuovo giro di rialzi risale a ieri mattina, sui listini dei prezzi consigliati di alcuni dei maggiori marchi. Andamento contrastato per le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati, con la benzina in aumento e il diesel in calo

Per effetto della mancata proroga al taglio delle accise la maggiore spesa per i rifornimenti raggiungerà nel 2023 un totale di +366 euro a famiglia, a cui vanno aggiunti gli effetti indiretti in termini di rincari a cascata sui listini dei prodotti trasportati e sulle tariffe di una moltitudine di servizi. Il pieno di benzina costa in media almeno 7-8 euro in più rispetto a una settimana fa, oggi come oggi.

Il ministro prova a fare il punto della situazione. "Quando è stato previsto il primo intervento sulle accise, con il precedente governo, ero vice ministro per lo Sviluppo economico - dice Pichetto Fratin - È stato fatto perché ci rendevamo conto che il prezzo sopra i due euro al litro era insostenibile per le famiglie e le imprese. In fase di approvazione della Legge di Bilancio abbiamo fatto un esame delle priorità e in questo ragionamento abbiamo deciso di intervenire stanziando 21 miliardi di euro contro il caro bollette. Con i livelli attuali di prezzo del gas e del petrolio, io credo che un eventuale sforamento dei 2 euro sarebbe solo speculazione. E comunque, se il prezzo dei carburanti dovesse tornare a crescere in modo stabile e significativo, il governo è pronto a intervenire", aggiunge.

Il taglio delle accise

Il taglio delle accise era stato applicato per la prima volta a marzo 2022 con l’approvazione del decreto Ucraina bis. Sia per la benzina che per il diesel la riduzione era stata complessivamente di 30,5 centesimi, almeno fino a dicembre 2022, quando con il dl Aiuti quater il taglio era stato prorogato fino al 31 del mese ma ridotto a 18,3 centesimi. Nel frattempo i prezzi sono scesi, riducendo anche l’extragettito che aveva consentito al governo di ridurre le accise (e di conseguenza l’Iva che si calcola in aggiunta).

Le quotazioni dei prodotti petroliferi, complessivamente, hanno fatto segnare un significativo aumento nei giorni scorsi. Il prezzo della benzina aumenta a livello internazionale quando aumenta il costo del petrolio. Ma quando sale il costo del petrolio, il costo della benzina aumenta lentamente, e quando scende il prezzo del petrolio, il prezzo della benzina scende lentamente. Il greggio infatti è una cosa, benzina e gasolio che si acquistano ai distributori un’altra. Sul prezzo alla pompa incidono, oltre al valore della materia prima, i costi di estrazione, raffinazione, stoccaggio, trasporto e il costo della distribuzione finale. A incidere tanto in Italia sul costo finale sono anche le accise e l'Iva. Tutti i Paesi tassano il carburante ma l'Italia resta tra i primissimi posti nella classifica per il peso fiscale a litro. Ci sono Paesi europei come la vicina Slovenia, la Bulgaria, la Romania, ma anche l'Austria e l'Albania dove si pagano anche 40-50 centesimi in meno. In Francia e Spagna il prezzo al litro rispetto all'Italia è in moltissimi distributori inferiore di 20 centesimi circa secondo le ultime rilevazioni (poi anche lì ci sono le eccezioni, a partire dai prezzi più alti in autostrada, come in Italia).

"Lo sconto non serviva più"

"Questa eliminazione dello sconto sulle accise sui carburanti è qualcosa che già doveva fare il precedente governo Draghi. Lo sconto era stato introdotto quando il prezzo della benzina era molto alto perché c'era il petrolio molto alto a marzo subito dopo l'inizio della guerra. Poi i prezzi sono crollati ed era inutile continuare. Era quasi un incentivo a consumare di più in un momento di crisi a cui stiamo dando alle famiglie e alle imprese degli altri soldi" per far fronte al caro bollette. A dirlo è il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. Il prezzo dei carburanti, ricorda, "era sceso a 1,6 euro al litro. Eravamo partiti da 2,2 euro al litro quando è stato introdotto lo sconto dal governo Draghi. Siamo tornati a 1,8 euro al litro, siamo ancora molto sotto il picco di 2,2. Lo sconto non serviva più. Queste risorse ora entrano nelle casse dello Stato per aiutare le famiglie e le imprese per aiutarle a far fronte alle bollette del gas e dell'elettrica".

Il picco di 2,2 euro è ancora lontano. Ma le parole del ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin dimostrano che un eventuale sconto sulle accise nel corso del 2023 potrebbe tornare. Anche perché gli allarmi e gli appelli al governo giungono da più parti. "Il gasolio a 2 euro al litro, a causa del taglio del contributo pubblico sulle accise, rischia di dare un colpo di grazia ai servizi di mobilità legati al business e al turismo. Mi riferisco alle 25 mila imprese del nostro comparto che a differenza del merci non godono dello sgravio delle accise. Dopo 100 giorni dalla formazione del governo, il ministero dei trasporti semplicemente non si sta occupando di trasporti", commenta Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, associazione per il trasporto privato di Ncc e bus turistici. "Esortiamo con forza il ministro a convocare la categoria per ascoltare le imprese e discutere gli interventi necessari - aggiunge -. Abbiamo dei veicoli fermi per la mancanza di manodopera impossibile da formare in tempi utili, non vorremmo essere costretti a fermare anche gli altri per il costo carburante proibitivo a causa di accise insostenibili che peraltro il ministro si è impegnato da anni a ridurre e che invece sono aumentate". 

I prezzi della benzina oggi 5 gennaio

Continuano a salire, nonostante il tonfo delle quotazioni dei prodotti raffinati, i prezzi dei carburanti alla pompa. Si registra un movimento al rialzo sui listini dei prezzi consigliati, mentre sulle medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa si riversano gli aumenti rilevati ieri. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Tamoil ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati della benzina e di un cent quelli del gasolio.

Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti: benzina self service a 1,810 euro/litro (+4 millesimi, compagnie 1,813, pompe bianche 1,805), diesel a 1,872 euro/litro (+4, compagnie 1,874, pompe bianche 1,867). Benzina servito a 1,949 euro/litro (+3, compagnie 1,992, pompe bianche 1,865), diesel a 2,011 euro/litro (+3, compagnie 2,054, pompe bianche 1,925). Gpl servito a 0,792 euro/litro (+4, compagnie 0,803, pompe bianche 0,778), metano servito a 2,384 euro/kg (-48, compagnie 2,425, pompe bianche 2,352), Gnl 2,532 euro/kg (+43, compagnie 2,559 euro/kg, pompe bianche 2,513 euro/kg).

Fonte: www.today.it

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