Perché i prezzi del pellet sono triplicati

14 settembre
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Il caro gas spaventa gli italiani e così molte famiglie hanno deciso di investire in stufe a legna o a pellet per riscaldare le proprie abitazioni durante questo inverno È una buona mossa? Sicuramente sì, anche se la spesa iniziale è piuttosto importante, ma poi si avranno notevoli risparmi in bolletta. Peccato però che questo vantaggio si va via via sempre più assottigliando a causa dell’impennata dei prezzi della legna da ardere e del pellet. Perché i prezzi del pellet sono triplicati? È colpa della speculazione o ci sono dei validi motivi dietro a questi nuovi rincari?

Più di 10 euro per 15 kg di pellet

Il caro energia e le incertezze per la guerra Russia-Ucraina stanno facendo lievitare i prezzi di moltissime materie prime, legno compreso. Il prezzo del pellet è addirittura triplicato. Come è possibile? Questi i prezzi ad aprile di quest’anno per un sacchetto di 15 chilogrammi di pellet riportati dall’Aiel - Associazione italiana energie agroforestali:

  • nel Nord-Ovest andavano da un minimo di 4,94 euro fino a un massimo di 8,05 euro;
  • nel Nord-Est andavano da 4,62 euro a 8,88 euro;
  • nel Centro e al Sud Italia da un minimo di 5,84 a un massimo di 6,41 euro;
  • nelle isole arrivavano fino a 9,52 euro.

Se prima della guerra in Ucraina un sacchetto da 15 chilogrammi di pellet a Bergamo costava 3-5 euro, ora per la stessa quantità ci vogliono almeno 12 euro. Si paga la stessa cifra anche ad Olbia, a fronte dei 6 euro circa del 2021. Prezzi impazziti anche a Lucca, in Toscana, dove per un sacchetto di pellet che prima costava 5 euro si arriva a pagare anche 14 euro. Su internet, invece, ci vogliono circa 13-15 euro. Cosa sta succedendo al prezzo del pellet?

rincari pellet 2022-2

Perché i prezzi del pellet sono lievitati

Già a giugno i prezzi del pellet erano raddoppiati rispetto al 2021, ora sono quasi triplicati. Perché? In Italia molte famiglie hanno scelto il riscaldamento con la stufa a pellet, peccato però che non siamo autosufficienti nell’approvvigionamento di questo prodotto. Cosa vuol dire? Che siamo fortemente dipendenti da altri Paesi: i nostri maggiori fornitori di pellet sono Slovacchia, Repubblica Ceca, Croazia, Austria, Francia e Germania, Paesi che a loro volta producono il prodotto con gli scarti di lavorazione dei legni provenienti dalla Russia, dall’Ucraina e dalla Bielorussia. L'aumento del prezzo del pellet, spiega l'Aiel “è indiretto e legato al blocco del legname proveniente dalla Russia, che ha determinato per questi paesi europei una diminuzione del legno da lavorare. La legge della domanda e dell'offerta ha fatto il resto”.

Riassumendo, possiamo dire che il prezzo del pellet è aumentato in Italia per questi tre motivi principali:

  • l’offerta di pellet si è ridotta a causa della guerra tra Russia e Ucraina;
  • la domanda di pellet è aumentata: molte famiglie si sono convertite al pellet per ridurre i costi del riscaldamento a fronte dell’impennata dei prezzi del gas;
  • l’aumento dei prezzi del carburante ha fatto lievitare i costi di trasporto delle merci, pellet compreso.

La proposta M5s del taglio dell’iva

La situazione sta diventando insostenibile e così il M5s, tramite il deputato friulano Luca Sut, ha presentato un emendamento al Decreto Aiuti che prevede “l'abbassamento strutturale dell'Iva sul combustibile dal 22% al 10% per alleggerire i costi a carico delle famiglie”. In Friuli il pellet è comunemente impiegato nelle zone montane, spiega il deputato Sut, ricordando che ad aprile uno Studio di Aiel riportava in Nord Est prezzi vicini ai 9 euro per un sacco da 15 chili. Oggi, il prezzo in Italia può raggiungere i 12 euro, “mettendo in difficoltà l’Italia, prima in Europa per consumo di pellet a uso residenziale con punte altissime a Nordest”.

Arera: raddoppia la spesa annua per riscaldare 100 mq con il pellet

Quanto costa riscaldare un appartamento? Quanto spenderemo quest’anno con la stufa a pellet? A rispondere a queste domande è l’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, specificando che a causa dell’aumento del prezzo del gas la bolletta del riscaldamento registrerà un aumento del 62% nel 2022-23 se si ha un impianto alimentato a gas metano, con una spesa media di 1.479 euro l’anno per un appartamento di 100 metri quadrati. Se l’impianto è alimentato a gasolio, la spesa sarà di 2.309 euro, il 49% in più rispetto all’anno scorso. Se si ha una stufa a pellet, il rincaro arriverà al 99%, con la spesa annua che passerà a 1.333 euro nel 2022-2023 rispetto ai 670 euro del 2021-2022. Nonostante il raddoppio della spesa, la stufa a pellet si conferma la forma di riscaldamento più conveniente.

Attenti alle truffe

Con l’aumento dei prezzi del pellet risultano in aumento anche le truffe. Ci sono siti che non consegnano la merce dopo il pagamento dell’ordine e sacchi di pellet sequestrati perché riportano marchi contraffatti e false indicazioni della classe di efficienza. Il pellet, infatti, oltre a permettere un consistente risparmio sul riscaldamento domestico ha minori impatti sull’ambiente, ma per raggiungere tali obiettivi deve essere di qualità certificata. Le varietà più scadenti producono una maggiore quantità di fumi e residui da combustione che intasano la stufa e ne aumentano i consumi. Attenzione dunque al pellet che viene venduto a prezzi decisamente inferiori alla media perché potrebbe non essere di qualità. 

Possibili alternative al pellet

Il prezzo del pellet è volato alle stelle, superando i 10 euro a sacchetto, facendo lievitare le spese per il riscaldamento. Vista la situazione sono in molti a chiedersi se esistono alternative economiche al pellet, vale a dire altri materiali che possono essere bruciati per sviluppare calore senza il pericolo che la stufa si rovini. Le alternativa al pellet esistono e si chiamano biomasse. Cosa sono le biomasse? Sono sostanze di origine organica vegetale o animale utili per produrre energie. Possono essere scarti di lavorazione del legno oppure sugli scarti agricoli, come:

  • il cippatino di legno (dai 2 ai 6 euro al quintale – il potere calorifico varia tra i 2 e i 3,5 kWh/Kg);
  • il nocciolino di sansa (dai 20 ai 22 euro al quintale - il potere calorifico varia tra i 4,5 e i 6,5 kWh/Kg);
  • il mais essiccato (2 euro al quintale - il potere calorifico varia tra i 4 e i 6 kWh/Kg);
  • i noccioli tritati della frutta e i gusci di frutta secca tritati (dai 19 ai 21 euro al quintale - il potere calorifico si aggira sui 4,7 kWh/Kg).

Attenzione però, prima dell’utilizzo è sempre meglio chiedere conferma al produttore o rivenditore della stufa a pellet, per evitare di rovinare irreparabilmente la stufa.

Il bonus stufa a pellet 2022

Riassumendo abbiamo scoperto che riscaldare la propria abitazione con la stufa a pellet è conveniente, anche se i prezzi del combustibile fossile sono triplicati. Inoltre, si tratta di una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale, perché produce meno emissioni di Co2 rispetto alle altre forme di riscaldamento. Vale la pena segnalare, poi, che acquistando pellet certificati si garantisce una gestione forestale sostenibile.

Non ci resta ora che scoprire quanto costa una stufa a pellet. I prezzi variano molto, vanno dai 700 euro in su ma si può sempre utilizzare il bonus stufa a pellet 2022 per ridurre le spese di acquisto. In realtà non esiste un vero e proprio bonus stufa a pellet 2022, però per l’acquisto e la posa della stufa è possibile utilizzare i bonus casa:

  • l’ecobonus al 65% nel caso in cui la stufa vada migliorare l’efficienza energetica della casa;
  • il bonus ristrutturazioni al 50% quando si decide di installare la stufa durante i lavori di ristrutturazione dell’abitazione;
  • il superbonus 110%, per la sostituzione di un precedente impianto di climatizzazione invernale con una stufa a pellet.

Fonte: www.today.it

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