Che cosè questa storia che forse arrestano Trump

22 marzo
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Potrebbe succedere già stasera. O potrebbe non succedere mai. Domenica 19 marzo Donald J. Trump ha annunciato sul suo social network "Truth" che sarà arrestato e ha fomentato i suoi sostenitori a protestare per "riprendersi il paese". L'arresto sarebbe la conseguenza di un pagamento illegale effettuato nel 2016 nei confronti di una donna, all'interno di una storia che ha inizio 10 anni prima e che ha come protagonisti un tradimento, una pornostar e i vizi segreti dell'ex presidente repubblicano che spesso e volentieri si scontrano con gli interessi di facciata. Andiamo con ordine. 

Un torneo di golf

Tutto è iniziato il 13 luglio 2006 a Lake Tahoe, un lago al confine tra California e Nevada. Donald Trump ha 60 anni la politica per lui è ancora lontana. Per tutti gli Stati Uniti non è che un imprenditore di successo, il volto di "The Apprentice", e l'attore di un noto cameo in uno dei film di "Mamma ho perso l'aereo". Si trova a Tahoe per un torneo di golf, sua grande passione come ogni americano ricco che si rispetti. Con lui c'è una giovane Melania e il loro primo e unico figlio Barron.

A quell'incontro di rispettabili uomini d'affari americani, però, è presente anche un gruppo di pornostar. Tra di loro c'è anche colei che si fa chiamare Stormy Daniels. Pseudonimo di Stephanie A. Gregory Clifford, è un'attrice pornografica che all'epoca aveva 27 anni. Succede che The Donald, notoriamente persona che non sa accontentarsi, viene stregato dalla ragazza e, capitati sullo stesso caddy, decide di approcciarla dicendole: "Dopo vorrei venirti a parlare". Ovviamente, da quell'incontro ne uscì molto di più che una semplice conversazione. Quell'avvenimento restò senza conseguenze per tutti fino al 2011, quando Stormy decise di raccontare l'accaduto di quella giornata al lago al giornale In Touch Weekly per 15 mila dollari. 

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Donald Trump e Stormy Daniels insieme - Foto Twitter

Il prezzo di un segreto

La notizia del racconto circola e la rivista di gossip chiede a Trump un messaggio come suo contraddittorio. Ed è a questo punto che i legali di Trump si attivano per difendere il proprio cliente. Per nascondere all'opinione pubblica il tradimento con Melania, inviano un ultimatum alla rivista, chiamato da loro "ammonimento": se la rivista farà uscire la storia, Trump farà loro causa. Questo bastò all'epoca per far chiudere chiave il cassetto con dentro l'accaduto, d'altro canto un giornale di gossip e spettacoli non avrebbe avuto chance contro un colosso come Big D. E nel frattempo, Stormy - come dichiarato da lei - riceverà più volte messaggi da sconosciuti che la intimano di lasciare perdere e dimenticarsi di quell'incontro con l'imprenditore. 

Se nel 2011 la questione sembrava ben insabbiata, nel 2016 Trump diventa il personaggio più popolare dell'anno. Con la Casa Bianca come obiettivo, sarà disposto a tutto pur di diventare presidente degli Stati Uniti. E così ha fatto. La storia dell'incontro con Stormy Daniels ritorna sulla scena e la ragazza sarà bombardata di offerte per raccontare qualcosa, qualsiasi cosa che possa essere usata contro un Trump inarrestabile. Cosciente del pericolo, sarà solo nell'ultima settimana di ottobre 2016 - a pochi giorni dal voto - che Trump chiederà al suo legale Michael Cohen di mettere una pezza sopra alla storia di Stormy. Alla porno attrice saranno infatti consegnati 130mila dollari in cambio del silenzio. 

I motivi del reato 

Ma quindi dov'è il reato che costa, la libertà dell'ex presidente? Di fatto i legali di Trump hanno redatto un semplice contratto di non divulgazione di informazioni personale. Questo è un diritto negli Stati Uniti (per chi può permetterselo). Ciò che invece è contestato sono altri due fattori. Il primo è il tempismo per la firma del contratto: a pochi giorni da un evento che avrebbe potuto portare un cambiamento nei consensi ha gli appigli per essere contestato. Il secondo motivo - e più importante - riguarda il come Stormy è stata pagata. Il pagamento all'attrice sarebbe stato fatto direttamente dal conto di Micheal Cohen di sua spontanea iniziativa. E Cohen sarebbe stato rimborsato con i soldi del comitato elettorale attraverso un procedimento che avrebbe portato la Trump Organisation a falsificare i documenti. La causa di questo versamento sarebbe poi stata fatta spacciare per una consulenza legale - mai avvenuta - a Stormy.

La legge violata da Trump, oltre che per falsificazione di documenti fiscali, sarebbe quella che regola i finanziamenti alle campagne elettorali. I soldi previsti per la campagna, dati alla pornostar e fatti passare come consulenza legale, non sono mai stati dichiarati allo Stato Federale. Questo violerebbe la "Federal Election Campaign Act", che prevede che vengano presentati rapporti periodici dei soldi spesi per la campagna e che ogni candidato "deve rivelare spese superiori a 200 dollari per ciclo elettorale a qualsiasi individuo o fornitore" e quindi anche a Stormy. 

Cosa succederà oggi

Questa è la ricostruzione secondo la procura di Manhattan e secondo il procuratore capo Alvin Bragg, che dal 2018 sta indagando sulla questione. Con lui arriviamo alla storia degli ultimi giorni. Trump si è sempre liberato dalle accuse di falsificazione fiscale ma le ricostruzioni portano ad affermare il contrario. Tanto che Bragg sarebbe già pronto per esporsi davanti a un grand giurì, l'autorità americana che prevede possano iniziare subito processi penali quando sono presentate un considerevole numero di prove. Con le accuse della porocura della Grande Mela, Trump rischierebbe l'arresto sul serio e si tratterebbe di un precedente per la storia americana. Nessun ex inquilino della Casa Bianca è mai stato sottoposto a un procedimento penale dal 1746. La procura di Manhattan ha fatto sapere con una nota che la decisione sarà presa nella giornata di domani 22 marzo. Nel frattempo, possiamo già immaginare come si svolerà l'arresto dell'ex presidente. Sarà scortato in caserma, gli verranno prese le impronte digitali e dopo un'ora o poco più sarà già libero su cauzione.

Perché preoccuparsi?  

Di per se l'arresto di Trump non è cosa che desti particolari preoccupazioni. Ciò che invece può sicuramente far tremare la "città che non dorme mai" è la reazione dei suoi sostenitori. Perché se sarebbe comunque clamoroso vedere un presidente americano in manette, non è quello il tema che questo avvenimento tocca più di tutti. Il problema è cosa potrebbe succedere da quel giorno in avanti nella politica americana e nelle strade di New York. Gli Stati Uniti sono ancora attoniti se ripensano al 6 gennaio 2021, quando The Donald, con un messaggio simile lanciato sempre su "Truth" ha esortato i sostenitori a ribellarsi contro il voto di fiducia di Joe Biden. Ovvio, mai avrebbe pensato che un uomo vestito da bufalo entrasse nella sala del Congresso. Ma è proprio questo il punto. Il rischio che uomini armati e violenti assalgano la procura di Manhattan è alto e Brett lo sa. Con un cordone di sicurezza, il palazzo della procura di Manhattan in questi giorni risulta impenetrabile.

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Comunicato dell'arresto di Trump - da Twitter

Nel frattempo, altri esponenti del Partito Repubblicano hanno cercato di abbassare i toni, a partire da Mike Pence (colui che diede dei "barbari" agli assalitori del Congresso), che questa mattina ha dichiarato a chiunque voglia protestare di farlo in maniera "pacifica e legale". Perfino la congresswoman Marjorie Taylor Green, fedelissima di Donald e sostenitrice delle teorie QAnon, ha esortato a una protesta pacifica dichiarando: "Non abbiamo bisogno di protestare contro la pianificazione dei Democratici Comunisti di arrestare il presidente Trump. Questi idioti stanno suggellando il proprio destino nel 2024". Solo il tempo ci dirà se i sostenitori ascolteranno di più il loro prediletto o altri esponenti di un partito che sempre più risulta assoggettato alle bizze di Big D. Ma questa è un'altra storia. 

La decisione di Alvin Bregg e della sua corte arriverà soltanto nella giornata di domani 22 marzo. Il tempo ci dirà le sorti del candidato di destra alle prossime elezioni americane del 2024.

Fonte: www.today.it

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