Così in Polonia si aiutano i migranti a scappare: i volontari rischiano il carcere

26 novembre
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Una rete di solidarietà che aiuta i migranti ad allontanarsi dalla zona di confine della Polonia e fuggire così al rimpallo di responsabilità tra il governo polacco e bielorusso di cui recentemente si è occupata anche l’Unione Europea. I migranti partono dal Medioriente e arrivano in Bielorussia incontrando il favore del governo che concede con facilità, questa è l’accusa, i visti. Poi restano bloccati al confine polacco dove il governo sta attuando i respingimenti. Dei video mostrano i soldati bielorussi scortare i profughi nella foresta a confine con la Polonia che ha persino annunciato la costruzione di un muro. Se il governo è duro con i migranti, c’è invece una rete di cittadini che aiuta chi è riuscito a entrare nel territorio polacco.

La racconta Rosita Rijtano su ‘La via libera’. Sono donne, uomini, in alcuni casi anche ragazzi che percorrono chilometri su chilometri per portare in un luogo sicuro gli immigrati. Li accompagnano con l’auto, danno loro rifugio nelle loro case, i volontari poi comunicano tra di loro con un’app di messaggistica. Tutto viene mantenuto il più segreto possibile: sanno che è illegale e che rischiano l’arresto. Come è accaduto a Paweł Wrabec e Justyna Wolniewicz: due cittadini polacchi sorpresi dalla polizia mentre a bordo della propria auto stavano trasportando due cittadini iracheni che soggiornavano illegalmente nel Paese. Sono stati accusati di aver contribuito all'organizzazione di un movimento che si sta prodigando per aiutare i migranti ad attraversare illegalmente la frontiera.

Rischiano l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, se dichiarati colpevoli al termine del processo la pena può arrivare fino a otto anni di carcere. Quella che è stata creata in Polonia è una vera e propria rete che si compone di tanti personaggi, ad ognuno è affidato un compito specifico. C’è da raggiungere i migranti nascosti nella foresta per comprendere chi ha prioritariamente necessità di essere messo in salvo. C’è da organizzare il viaggio, ma anche l’approvvigionamento di cibo, acqua e vestiti.

Vengono lasciati in determinati punti del bosco perché i migranti in fuga possano trovarli facilmente. Alcuni offrono anche ospitalità e un piatto caldo nell’attesa che i viaggi in auto siano organizzati. Tutto però in completo disaccordo con la linea del governo polacco che da mesi sta attuando i respingimenti in Bielorussia. Contro questo stato di cose alcuni cittadini si sono riuniti in una rete clandestina che ricorda la Ferrovia sotterranea, ‘costruita’ nel XIX secolo per aiutare gli schiavi afroamericani negli Stati Uniti d'America a fuggire negli "Stati liberi" e in Canada con l'aiuto di chi si faceva chiamare ‘abolizionisti’.

Fonte: www.today.it

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