Dalla Bce rialzo record dei tassi dinteresse, e non sarà lultimo: cosa succede ora

9 settembre
644 593

Il rialzo dei tassi d'interesse più grande della storia della Banca centrale europea, che potrebbe mettere nei guai la stabilità dei conti dell'Italia. Riassumendo, è questa l'analisi che fa il quotidiano Politico nel commentare la decisione della Bce di elevare i tassi di interesse di ben 75 punti base (lo 0,75%) per rispondere all'inflazione e proteggere l'Euro. Un aumento che segue quello fatto a fine luglio, quando il rialzo era stato dello 0,5%. E che potrebbe venire rilanciato a breve. 

"Il Consiglio direttivo - scive la Bce in una nota - prevede di aumentare ulteriormente i tassi di interesse, perché l'inflazione rimane troppo alta ed è probabile che rimanga al di sopra dell'obiettivo (il 2%, ndr) per un lungo periodo". Secondo la governatrice Christine Lagarde, il costo della vita "potrebbe aumentare ulteriormente nel breve termine". E questo a causa della "impennata dei prezzi di energia e generi alimentari", della "pressioni sulla domanda in alcuni settori" e delle "strozzature dell'offerta", a cui aggiungere la debolezza dell'Euro, che sta esacerbando la situazione. 

Alzare i tassi, dunque, è lo strumento che la Bce continuerà a perseguire per proteggere la moneta unica e contrastare l'inflazione. Del resto, a Francoforte si parla di "normalizzazione" dei tassi: il nuovo livello raggiunto oggi è lo stesso che era in vigore 11 anni fa nell'Eurozona. Ma c'è chi ricorda anche i 4,25 punti registrati sotto un altro governatore francese, Jean-Claude Trichet. Il margine per ulteriori aumenti è dato anche dalle previsioni economiche della Bce.

Secondo le stime aggiornate, l'inflazione dovrebbe raggiungere una media dell'8,1% nel 2022, del 5,5% nel 2023 e del 2,3% nel 2024. L'economia dell'Eurozona, invece, dovrebbe crescere del 3,1% nel 2022, dello 0,9% nel 2023 e dell'1,9% nel 2024. Si tratta dello scenario più ottimistico, però, che non contempla i rischi di uno stop alle forniture di gas dalla Russia e di un conseguente razionamento di gas ed elettricità a famiglie e imprese da parte degli Stati europei: in questo caso, dice Lagarde, ci sarebbe "una crescita negativa nel 2023". Ossia, la recessione. 

Come sta già succedendo da settimane, i nuovi tassi della Bce, che entreranno in vigore a partire dal 14 settembre 2022, porteranno a un aumento dei tassi di interesse di mutui e prestiti. Inoltre, ci sarà un'inevitabile contrazione degli investimenti, dopo il boom degli anni del "bazooka" di Mario Draghi. Ma il problema maggiore è che la risolutezza mostrata da Francoforte nel rialzare i tassi in breve tempo rischia di aprire una nuova crisi del debito. 

Per i Paesi a più alto debito pubblico, in primis l'Italia, la nuova politica della Bce potrebbe comportare problemi sul fronte della stabilità dei conti, con un allargamento dello spread. Non a caso, Lagarde si è detta pronta ad attivare il Tpi, il cosiddetto scudo anti-spread che la Bce ha messo a punto proprio in previsione dell'aumento dei tassi d'interesse e dello stop al programma di acquisto titoli lanciato da Draghi.

Fonte: europa.today.it

9 settembre
644 593