Gli stage gratuiti potrebbero presto essere vietati in tutta Europa

4 gennaio
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L'Ue prepara la stretta contro i tirocini gratuiti. Nella riunione del prossimo 10 gennaio dovrebbe arrivare sul tavolo della Commissione la proposta per una riforma del settore, a lungo sollecitata dal Parlamento europeo.

Lo scorso giugno, l’Aula di Strasburgo aveva approvato a larga maggioranza (404 voti a favore, 78 contrari e 130 astenuti) una risoluzione che impegnava il Collegio a presentare una direttiva che stabilisse standard minimi uguali per i Ventisette, con l’obiettivo di vietare definitivamente la pratica dei tirocini non retribuiti. Tra gli italiani, le opposizioni avevano appoggiato la proposta mentre i partiti di governo si erano astenuti.

La risoluzione si divideva in due parti: una direttiva per i tirocini nel mercato del lavoro (quelli che si svolgono dopo la laurea o il diploma) e una decisione per i tirocini curricolari (ossia quelli richiesti obbligatoriamente dai percorsi di studio). Per i tirocini post laurea o diploma, la direttiva chiede l'obbligo di retribuzione per gli stagisti, con una paga che dovrà essere in linea con il salario minimo dello Stato membro dove lo stage viene attivato.

Gli eurodeputati, che si sono intestati da anni questa battaglia, hanno inoltre chiesto norme comuni circa la durata dei tirocini e la protezione sociale dei tirocinanti. I tirocini, inclusi quelli curricolari, dovrebbero garantire almeno la copertura delle spese relative a vitto, alloggio e trasporti, e la retribuzione (o il rimborso spese) dovrebbe essere modulata sulla base del costo della vita di ciascun Paese.

Il datore di lavoro dovrà sottoscrivere un accordo di tirocinio con lo stagista che preveda un sistema di obiettivi condivisi, valutazione e feedback del lavoro svolto. Il tirocinio dovrà avere una durata minima di un mese e una massima di sei mesi. Sono infine concessi rinnovi solo entro certi limiti, così da impedire che i giovani passino da uno stage all’altro per anni senza reali prospettive di impiego.

Secondo l’eurodeputata dei Verdi Rosa D’Amato, "il lavoro va pagato, sempre". E ha aggiunto: "La scusa dello stage gratuito per 'fare esperienza' è solo un modo per nascondere lo sfruttamento ed è una forma di ingiustizia per tutti quei giovani che non hanno una famiglia alle spalle che possa sostenerli economicamente".

La proposta prevede anche degli incentivi per gli imprenditori che propongono stage retribuiti e di qualità, in modo da combattere la concorrenza sleale di chi sfrutta personale non pagato e da contenere, almeno in parte, fenomeni come la cosiddetta "fuga dei cervelli". Altre richieste dell’Eurocamera sono quella di rendere i tirocini maggiormente accessibili alle persone con disabilità e provenienti da contesti vulnerabili, nonché quella di incentivare i tirocini transfrontalieri.

Il Parlamento europeo è stata la prima istituzione comunitaria a bandire i tirocini non retribuiti al suo interno, inclusi quelli degli assistenti parlamentari, con le relative misure che sono entrate in vigore all’insediarsi dell’attuale legislatura, nel 2019. Se la Commissione proporrà effettivamente questa direttiva, eurodeputati e governi nazionali dovranno trovare la quadra per tradurla in legge.

Secondo uno studio del Forum europeo della gioventù, risalente a un anno fa, un tirocinio gratuito di sei mesi può costare in media fino a oltre 6.000 euro alle famiglie, diventando di fatto un ulteriore elemento di discriminazione economica tra chi può concedersi il privilegio di "lavorare gratis" e chi invece fatica a sostenersi senza nemmeno un rimborso spese.

Fonte: europa.today.it

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