Gone Kate, la scomparsa di Middleton agita la famiglia reale

12 marzo
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Esattamente dieci anni fa, usciva nelle sale il film Gone Girl del regista David Fincher. Tratto dal romanzo L’amore bugiardo di Gillian Flyn, il film racconta la scomparsa di Amy Dune, interpretata da Rosamund Pike, una donna bella, bionda e molto amata dal pubblico che ha imparato a conoscerla fin da piccola attraverso i libri di suo padre. Amy sembrava vivere una vita perfetta insieme al marito Nick nella sua casa in Missouri, ma il suo allontanamento fa ricadere i sospetti degli inquirenti proprio sul marito, accusato di aver assassinato la moglie e di aver fatto sparire il corpo. Il film e il libro da cui è tratto sono in parte ispirati a un tragico femminicidio che scosse l’America, quello di Laci Paterson, una giovane donna uccisa dal marito mentre era al nono mese di gravidanza. Il motivo per cui questa storia ebbe un’eco così importante da ispirare un film candidato all’Oscar, fu che i coniugi Paterson conducevano una vita all’apparenza perfetta e niente sembrava far presagire quello che sarebbe avvenuto. Eppure, come ci insegnano la cronaca, i film e i romanzi, una vita talmente bella da non sembrare vera, probabilmente non lo è.

Del resto siamo esseri umani e in quanto tali siamo portati a commettere errori o a sottovalutare le conseguenze delle nostre azioni. Ma cosa succede quando a commettere questo genere di errori è chi invece ricopre un ruolo che è al di sopra delle parti? È quello che sta accadendo in queste ultime settimane alla famiglia reale britannica.

Dopo il comunicato che annunciava la malattia di Re Carlo III, ora le speculazioni attorno alla scomparsa dalla scena pubblica di Kate Middleton si fanno sempre più insistenti. A gennaio di quest’anno la principessa del Galles è stata ricoverata in ospedale per un intervento all’addome che, secondo Kensington Palace, avrebbe richiesto diversi mesi di riposo. Non sono trapelati altri dettagli sulla salute di Middleton e questo silenzio, unito alla sua inusuale assenza non solo dagli eventi ufficiali ma anche dai social della casa reale britannica, ha alimentato numerose teorie del complotto.

Teorie che non si sono placate dopo che in occasione della Festa della Mamma, quanto a famiglia reale ha pubblicato una foto di Kate con i tre figli George, Charlotte e Luis. L’immagine è poi risultata artefatta e a niente è valsa la dichiarazione attribuita alla principessa in cui lei si scusa per qualche grossolano errore di editing dovuto alla sua poca esperienza nel ritocco fotografico (Middleton è appassionata di fotografia e molte delle foto ufficiali della Famiglia Reale britannica sono state scattate da lei stessa). Che sia vero o no questo tentativo maldestro con Photoshop, sarà difficile per i Windsor ricostruire un rapporto di fiducia con l’opinione pubblica e con i propri sudditi. Come era ampiamente prevedibile, dopo la morte di Elisabetta II Carlo ha faticato a tenere il passo con gli impegni ufficiali anche a causa dell’età avanzata. Tutti gli occhi erano sulla coppia formata da William e Kate ma la malattia di lei non ha aiutato. Il tempismo, insomma, non è dalla loro parte.

Sembrano ormai lontani i tempi in cui erano Harry e Meghan ad agitare la monarchia inglese. I loro tentativi spesso goffi e maldestri di sollevare l’attenzione sull’arretratezza dell’istituzione monarchica evidentemente avevano un fondo di verità. I mezzi di comunicazione tradizionali non bastano più a garantire il pieno controllo della propria immagine e se a questo aggiungiamo che i nuovi mezzi così come i vecchi vanno maneggiati con cura e lungimiranza, ecco che abbiamo ottenuto l’ennesimo esempio di come un errore di comunicazione spesso tradisca una serie di falle gigantesche nella catena di comando.

Tanya Gold ha scritto su The Cut che secondo lei la monarchia non è più un’istituzione adatta ad abitare la contemporaneità dominata perché nessun regno dovrebbe avere figure apicali “infelici, arrabbiati, malati, come le persone che nominalmente governano”. Il mondo non ha bisogno di reali riluttanti, forse non ha bisogno affatto di reali, specie di quelli che si ostinano a governare come se internet non esistesse.

Fonte: www.today.it

12 marzo
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