Il divario salariale di genere in Italia è tra i più bassi d’Europa

9 marzo
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L'uguaglianza è ancora lontana, ma la buona notizia è che comunque il divario salariale di genere in Italia è tra i più bassi d'europa. Nel nostro Paese le donne guadagnano il 4,2 per cento in meno degli uomini, la quarta percentuale più bassa del blocco, rispetto a una media del 13 per cento nei ventisette Stati membri. È quanto emerge dai dati diffusi da Eurostat, che ha calcolato la retribuzione lorda dei lavoratori per le imprese con più di dieci dipendenti. Le differenze di genere più elevate sono state osservate in Lettonia (22,3 per cento), seguita da Estonia (21,1 per cento), Austria (18,9 per cento) e Germania (18,2 per cento). Mentre il divario è molto piccolo in Lussemburgo (0,7 per cento), Romania (2,4 per cento) e Slovenia (3,1 per cento).

Tuttavia, bisogna precisare che si tratta di un indicatore non del tutto preciso: sebbene esso possa fornire un quadro generale di quelle che sono le differenze tra uomo e donna in termini di retribuzione, il concetto di “uguale paga per lavoro di uguale valore” comprende una sfera di possibile discriminazione molto più ampia. Una ridotta differenza retributiva di genere in un Paese specifico non corrisponde necessariamente ad una maggiore uguaglianza tra uomo e donna. In alcuni Stati membri, un divario inferiore può essere collegato ad una minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Allo stesso modo, divari più alti possono essere ricondotti ad un'elevata percentuale di donne che svolgono un lavoro part-time o alla loro concentrazione in un numero ristretto di professioni.

Le cause delle differenze retributive

Come sottolinea un report della Commissione europea, le donne continuano ad essere vittime di una vera e propria discriminazione, che fa sì che vengano retribuite meno dei colleghi di sesso maschile che hanno le stesse qualifiche o che lavorano alle stesse condizioni e nelle stesse categorie professionali e nel subire una retrocessione al ritorno dal congedo di maternità. Ma le cause della disparità sono anche altre. In media, le donne svolgono più ore di lavoro domestico rispetto agli uomini, come prendersi cura dei bambini o della casa. Tutto ciò implica una minore disponibilità a prestare lavoro retribuito e non a caso il 30% delle donne lavora part-time, contro l’8% degli uomini.

Le donne sono inoltre più propense ad avere interruzioni di carriera per motivi di responsabilità familiare. Ma la stretta connessione tra donna e famiglia non è sicuramente la sola causa della differenza salariale. Circa il 30% del divario retributivo totale di genere, infatti, può essere spiegato con una sovra-rappresentanza di donne in settori relativamente a basso salario. In più, vi sono ancora posti di lavoro, per esempio nei settori della scienza, della tecnologia e dell'ingegneria, dove la percentuale di uomini impiegati è molto elevata (oltre l'80%).

Perché è importante colmare questo divario?

La parità di genere non è solo una questione di giustizia. Come afferma uno studio del Parlamento europeo, ridurre le differenze salariali tra uomo e donna favorirebbe la crescita economica del Paese e la riduzione della povertà. In più, l’uguaglianza tra i sessi alleggerirebbe il peso gravante sul fragile sistema pensionistico: se il divario è basso quando le donne entrano nel mercato del lavoro, è stato osservato come le differenze si amplino con l’età, durante la carriera e con l’aumentare dei bisogni familiari. Con salari ridotti e meno denaro da investire, in età avanzata cresce dunque il rischio di difficoltà economiche ed esclusione sociale.

Fonte: europa.today.it

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