La ministra dellIstruzione (pubblica) che manda i figli alla scuola privata

16 gennaio
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Ennesima bufera su un membro del governo francese, dopo le polemiche per la nomina di Stephane Séjourné, compagno del nuovo premier Gabriel Attal, a ministro degli Esteri. Stavolta al centro dei malumori c'è la neo-ministra dell'Istruzione, Amélie Oudéa-Castéra, finita nella bufera dopo che sui quotidiani è emersa la notizia che i suoi figli sono iscritti a prestigiosi istituti privati. Non proprio un bel biglietto da visita per chi deve occuparsi di ridare slancio a una scuola pubblica francese da tempo in crisi. Ma il peggio, da un punto di vista politico, doveva ancora arrivare. 

Chiamata a giustificarsi, Oudéa-Castéra ha spiegato che la scelta di mandare i figli alle private era dovuta al fatto che nella scuola pubblica più vicina a casa loro avevano riscontrato problemi nella gestione del personale: troppe ore scolastiche venivano perse per mancanza di insegnanti che non venivano sostituiti da supplenti. In altre parole, la ragione è stata il presunto elevato tasso di assenteismo dei docenti.   

Ma la sua ricostruzione è stata smentita da un'inchiesta di Libération: secondo il quotidiano transalpino, solo un figlio di Oudéa-Castéra è andato brevemente in una scuola pubblica, e si trattava di un asilo, dove difficilmente il problema dell'assenteismo dei docenti può incidere sulla futura carriera scolastica. Semmai, il problema è che la ministra e il marito avevano chiesto a una scuola pubblica di Parigi di far saltare al figlio maggiore un anno di materna, cosa che l'istituto ha negato. E così si sono rivolti all'istruzione privata, che non hanno più abbandonato. 

La presunta bugia della ministra ha scatenato le polemiche. "Una menzogna che la squalifica", ha dichiarato Manuel Bompard della France insoumise, il partito di sinistra radicale che chiede adesso le dimissioni di Oudéa-Castéra. Dello stesso tenore anche i commenti del leader comunista Fabien Roussel e della deputata ecologista Sandrine Rousseau. Ma le dimissioni sono state chieste anche dalla destra nazionalista, ad esempio da diversi deputati del Rassemblement national di Marine Le Pen.

La portavoce del governo, Sabrina Prisca Thévenot, e il capogruppo dei liberali di Renaissance, Sylvain Maillard, hanno provato a gettare acqua sul fuoco, difendendo la scelta della ministra e ribadendo che le sue spiegazioni al riguardo sono state chiare e puntuali.

Ma per Oudéa-Castéra l'incontro con i sindacati dell'istruzione non si preannuncia dei più facili: "Doppio errore, ministra! Questa partita è iniziata alla grande!", ha commentato la portavoce della principale sigla sindacale della scuola primaria pubblica, Guislaine David.

Fonte: europa.today.it

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