Vescovo accusato di abusi su bambino a cui stava dando lestrema unzione

10 agosto
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Il vescovo di Swidnica, in Polonia, è stato accusato di abusi sessuali su un bambino di otto anni, abusi che sarebbero avvenuti quando il piccolo era ricoverato in ospedale e ritenuto i fin di vita. La denuncia dell'episodio di pedofilia è stata fatta dalla stessa presunta vittima, Andrzej Pogorzelski, oggi 38enne ed ex studente del seminario, che in un'intervista a Newsweek Polska ha puntato il dito contro Marek Mendyk, oggi porporato ma all'epoca dei fatti semplice sacerdote. In risposta alla pubblicazione, Mendyk ha rilasciato una dichiarazione in cui nega le accuse definendole "menzogne", chiedendo scuse pubbliche e anche in'indagine da parte del Vaticano per far luce sulla vicenda.

Come racconta Notes From Poland, l'episodio è l'ultimo di una serie di recenti denunce di abusi sessuali da parte di membri del clero cattolico polacco e di insabbiamenti da parte della gerarchia ecclesiastica. Il Vaticano ha punito alcuni vescovi ed ex vescovi della nazione per la loro negligenza nell'affrontare il problema. Pogorzelski ha raccontato a Newsweek di essere stato ricoverato all'età di otto anni a causa di complicazioni dovute agli orecchioni. Le sue condizioni erano così gravi che la famiglia mandò a chiamare un prete della parrocchia locale, Mendyk, per dargli l'estrema unzione. Il bambino fu lasciato solo con il sacerdote e Pogorzelski afferma che Mendyk quando rimase solo con lui "prese la mia mano e la guidò verso i miei pantaloni, iniziando a toccarmi". "Ricordo che mi vergognai e nascosi la testa sotto il cuscino", ha raccontato.

"Mi disse che ora sarebbe andato tutto bene, ma che dovevo essere un bravo ragazzo e tenere tutto per me, perché poteva tornare... Pensavo che dovesse essere così, ero un bambino". Pogorzelski ha dichiarato a Newsweek - che ha recentemente nominato capo redattore Tomasz Sekielski, giornalista e regista famoso per aver scoperto casi di abusi nella Chiesa - di non aver mai parlato con nessuno di abusi sessuali subiti dal sacerdote. Secondo le leggi sulla prescrizione del Paese, quella per i reati sessuali contro i minori di 15 anni scade quando la vittima compie 30 anni, questo significa che non potrà esserci un processo per provare le accuse.

Il vescovo nella sua difesa ha scritto che "non sopporterà che le menzogne e le calunnie siano copiate da altri media", e ha informato di aver affidato il caso agli avvocati. Inoltre, ha chiesto all'autore dell'accusa, che "potrebbe essere sotto l'influenza di altri", di presentare pubbliche scuse. In una seconda dichiarazione, il prelato ha anche annunciato di aver fatto appello al suo superiore, l'arcivescovo di Breslavia, affinché intraprenda "azioni in conformità con la legge canonica" volte a indagare sul caso. Mendyk ha detto di aver informato anche la nunziatura apostolica in Polonia e ha dichiarato di essere pronto a collaborare pienamente con le autorità ecclesiastiche e statali.

L'anno scorso, il Vaticano ha punito tre vescovi polacchi per la loro risposta "negligente" agli abusi sessuali su minori da parte di membri del clero sotto la loro autorità. Uno di loro, Edward Janiak, è stato identificato in uno dei documentari di Siekielski per non aver affrontato la questione. Nel maggio di quest'anno, la diocesi di Kalisz, dove Janiak era stato vescovo, è stata condannata da un tribunale a pagare 300.000 zloty (65mila euro) a un uomo che aveva subito abusi da bambino da uno dei suoi sacerdoti.

Fonte: europa.today.it

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