Deborah Compagnoni dopo la morte del fratello: "Provo a essere forte, credo nel destino"

20 gennaio
220 540

"Era bellissimo e speciale. Un mese fa la morte di mio fratello sembrava sospesa, irreale, adesso invece l'incredulità si è fatta concreta e dolorosa. Lo sento di più, oggi, il lutto". Così Deborah Compagnoni a un mese dalla morte del fratello minore Jacopo travolto da una valanga sulle "sue" montagne della Valtellina. La tre volte campionessa olimpica di sci è tornata a casa, Santa Caterina Valfurva.

L'albergo di famiglia è in mano a Yuri, il maggiore, papà Giorgio trova conforto nella neve, è mamma Adele ad aver bisogno più di tutti del calore di questa figlia campionessa e globetrotter, nata per sciare, tre ori in tre edizioni consecutive dei Giochi (più tutto il resto), cuore grande e ginocchia di cristallo.

"Darsi spiegazioni, come si fa? - si chiede, in un'intervista al 'Corriere della Sera', Deborah, accomodata tra il legno di un salotto affacciato sulla sua valle -. Io credo nel destino. Quando deve accadere, accade. Mi piace pensare così perché mi aiuta a vivere meglio. Provo a essere forte, a tenere su i miei. Jacopo aveva un'energia stupenda, conosceva la montagna a menadito, non si può dire che abbia commesso alcun errore. È andata così. Certo, per chi resta, è straziante".

Fonte: www.today.it

20 gennaio
220 540