Omicron 2, cosa sappiamo della nuova variante che sta prendendo piede in Asia e Danimarca

13 gennaio
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Una nuova sotto-variante sta prendendo piede in Asia e ha raggiunto anche la Danimarca: che origini ha e cosa cambia con Omicron 2.

Le origini della sotto-variante Omicron 2

Ormai da inizio dicembre si parla di questa nuova variante Omicron BA.2, ovvero una versione del ceppo principale di Omicron. Dall’originale si differenzia per ben 38 mutazioni, e già dallo scoppio della variante standard in Sudafrica, il 2% dei casi era da attribuire a questa variazione.

Fin da subito – proprio come Omicron – BA.2 ha avuto una rapida diffusione: i primi casi all’infuori dell’Africa si registrano in Canada; poi Danimarca, con un contagio più massiccio, ed infine in diversi Paesi asiatici, tra cui India e Cina.

Omicron 2: il lignaggio e le sue caratteristiche

La variante standard di Omicron è identificata con lignaggio BA.1, mentre questa nuova versione ha lignaggio BA.2 ed è stata classificata come VOC – variante ppreoccupante – e in grado di “bucare” i vaccini.

Marco Gerdol, esperto di genomica, ha cercato di dare una spiegazione a questa nuova forma di Omicron:

«Non abbiamo ancora una risposta certa. Se fosse legato a qualche fattore biologico, come una maggiore trasmissibilità tutto questo dovremmo vederlo ovunque, specialmente in Sudafrica. BA.1 e BA.2 condividono ovviamente tante mutazioni, ma hanno caratteristiche piuttosto diverse ancora difficili da interpretare: significa una maggiore trasmissibilità intrinseca o capacità di evadere le difese immunitarie? Al momento non lo sappiamo. È curioso costatare come BA.1 e BA.2, già co-presenti fin dai primi casi, avessero già delle peculiarità distinte, significa molto probabilmente che il loro antenato comune deve essersi adattato qualche mese prima».

Omicron 2: le parole di Marco Gerdol

Il genetista ha proseguito cercando di indagare i motivi per cui questa versione BA.2 sia rimasta “nascosta” per tutto questo tempo, e come mai non si sia diffusia ampiamente anche in Sudafrica:

«Tutto questo sembra indicare l’esistenza di un serbatoio animale come nel caso delle varianti trovate nei visoni in Danimarca o dei cervi della Virginia negli Stati Uniti. In un recente studio si vede che il pattern di mutazioni suggerisce un’origine nel topo. È ragionevole come ipotesi. Qualche roditore come i ratti potrebbero essere degli ottimi candidati. Potremmo quindi presumere che nel 2020 ci sia stato un passaggio uomo-ratto, il virus nel frattempo si è adattato e a distanza di mesi, dall’ottobre scorso in Sudafrica per qualche ragione ci sarebbe stato un ulteriore passaggio da ratto a uomo di BA.1 e BA.2».

Fonte: it.style.yahoo.com

13 gennaio
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