Bufera sul Milleproroghe, è crisi di governo? Cosa sta succedendo

18 febbraio
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Niente decreto bollette, sì invece al bonus psicologo e avanti ancora per 3 anni con la sperimentazione sugli animali. Contro il parere dell’esecutivo sono passati anche gli emendamenti che prevedono il dietrofront sul tetto al contante, sulle graduatorie della scuola e sull’Ilva.

Nella notte tra mercoledì e giovedì alla Camera è andato in scena il caosIl governo è andato sotto ben 4 volte e in alcuni casi la maggioranza si è anche spaccata, in particolare per il disaccordo tra Lega e M5S. Il motivo? Alcuni punti del tanto discusso decreto Milleproroghe.

Cosa è passato e cosa no nel Milleproroghe

Lega e FI hanno votato con FdI una retromarcia sul contante: il tetto che dallo scorso 1° gennaio è sceso a 1.000 euro torna ora, per un anno, a 2mila euro. La modifica sposta infatti l’entrata in vigore della soglia più bassa dal 1° gennaio 2022 al 1° gennaio 2023. La modifica, a quanto si apprendere, è passata per un solo voto con il parere contrario del governo.

Sarà ancora possibile, fino al 1° luglio 2025, procedere con la sperimentazione animale negli studi sugli xenotrapianti d’organo, vale a dire l’utilizzo di organi prelevati a esseri viventi di una specie diversa da quella del ricevente, sulle sostanze d’abuso, tra cui rientrano i farmaci.

Le commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera hanno approvato una serie di emendamenti identici al dl Milleproroghe. Il testo originario del governo prevede la proroga solo per 6 mesi: l’esecutivo in commissione ha espresso parere contrario alle modifiche ed è stato battuto.

Draghi striglia i partiti

Ma nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali alla Camera durante l’esame delle modifiche al dl Milleproroghe è stato così forte lo scontro che il premier Draghi, rientrato da Bruxelles, ha dovuto vedere i capidelegazione delle forze di maggioranza per richiamarle all’ordine, invocando coerenza all’azione di governo non solo sul Milleproroghe, ma anche su altri provvedimenti strategici.

“Non siamo qui per essere realisti. Siamo qui per essere idealisti”. Il governo è qui per fare cose e andare avanti, il Parlamento garantirgli i voti. Il governo è nato per fare le cose, è stato voluto dal Presidente Mattarella con questo obiettivo”, ha scandito con chiarezza il premier a quanto apprende l’Adnkronos.

Crisi di governo in arrivo?

Prima di incontrare i partiti Draghi ha espresso la sua posizione al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Ma poi i capi delegazione hanno sollevato una questione di metodo “o gli incidenti saranno inevitabili”, dicono fonti interne. Ma Draghi avrebbe ribattuto richiamando l’esempio della Manovra, ricordando come, nonostante avesse coinvolto capigruppo, parti sociali e capi delegazioni più e più volte, le critiche sull’operato di Palazzo Chigi erano arrivate comunque.

Si prospetta all’orizzonte una crisi di governo? Ancora troppo presto per dirlo, e Draghi molto probabilmente cercherà di fare tutto il possibile per evitarlo, soprattutto ora che al Quirinale è rimasto saldo Sergio Mattarella (qui un anno di governo Draghi in numeri).

Fonte: quifinanza.it

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