Gli aumenti sullo stipendio di milioni di dipendenti legati ai risultati

25 gennaio
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Ci sono novità in vista per milioni di dipendenti pubblici. Una parte rilevante dei fondi stanziati dal governo Meloni per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici d'ora in avanti sarà riservata agli "istituti collegati alla produttività". In poche parole, significa che i prossimi aumenti di stipendio degli statali dovranno tenere maggiormente conto dei risultati raggiunti da ciascun dipendente e non entreranno nel cosiddetto "tabellare", cioè la parte di retribuzione destinata a tutti. Questo emerge dalla cosiddetta "direttiva madre", l'atto firmato dal ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo che porterà alla convocazione dei tavoli tra l'Aran, "l'agenzia di rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni" che tratta per il governo, e i sindacati.

Nel dettaglio, la direttiva madre detta le linee guida del governo che il presidente dell'Aran, Antonio Naddeo, dovrà seguire, e ha appena ottenuto il "bollino" del ministero dell'economia: si tratta di un passaggio necessario per "certificare" le risorse disponibili per rinnovare i contratti e per gli aumenti di stipendio dei dipendenti pubblici. Di quali cifre parliamo? Per l'intero settore pubblico, i fondi stanziati ammontano complessivamente a 9,95 miliardi di euro, di cui 5,5 sono destinati al "settore Stato" (ministeri, agenzie fiscali ed enti non economici come Inps e Inail). E poi ci sono altri 4,45 miliardi di euro riservati ai settori non statali, come la sanità (che dipende dalle singole regioni) e gli enti locali, che dovranno finanziare gli aumenti con risorse proprie.

Come gli aumenti sullo stipendio saranno legati ai risultati

E veniamo al dunque. La direttiva firmata dal ministro Zangrillo punta molto sulla valutazione dei dipendenti sia per quanto riguarda il pagamento del salario accessorio (cioè i premi), sia per le progressioni economiche (gli scatti). L'obiettivo è quello di valorizzare il più possibile il "merito individuale" al'interno della pubblica amministrazione. Come emerge dalla direttiva, l'intenzione è quella di evitare che tutti i dipendenti ottengano il massimo dei voti e quindi di distribuire i premi a pioggia, come accade oggi nella maggior parte delle amministrazioni. Come spiega il documento, "sarà necessario garantire che alla differenziazione dei giudizi valutativi corrisponda un'effettiva diversificazione dei trattamenti economici correlati".

Nel caso in cui non si dovessero effettivamente riuscire a premiare i dipendenti "migliori", ci saranno, secondo il ministro Paolo Zangrillo, dei "seri rischi da un punto di vista organizzativo, con un impatto negativo sulla motivazione dei dipendenti". Premiare i migliori, sostiene il governo, non vuol dire solo gratificarli con il salario accessorio, ma anche dare loro una corsia preferenziale anche nelle progressioni economiche, quegli scatti di stipendio che fino ad oggi hanno spesso premiato più l'anzianità che il merito. Per i manager e i dirigenti, come previsto dalla legge, la quota di stipendio legata ai risultati dovrà arrivare fino al 30%. E andranno inseriti obiettivi legati al rispetto dei tempi: 30 giorni per le amministrazioni statali e locali e 60 giorni per la sanità.

C'è un iter da rispettare. Dopo la "direttiva madre" dovranno essere scritti e trasmessi gli atti per ognuno dei quattro comparti (più la difesa e la sicurezza) in cui è divisa la pubblica amministrazione: funzioni centrali, funzioni locali, sanità e istruzione. Le trattative partono in genere dal comparto dei ministeri, che rappresentano le funzioni centrali. Zangrillo però ha annunciato che stavolta l'iter sarà invertito: il primo a partire sarà il comparto della sanità, che martedì 23 gennaio ha firmato il contratto del 2019-2021 (con aumenti medi di 250 euro e arretrati fino a 11mila euro). I negoziati con infermieri e medici proseguiranno tra un contratto e l'altro. Parallelamente dovrebbero essere avviate le trattative per il comparto degli enti locali e, a febbraio, quelle per la sicurezza e la difesa.

Fonte: www.today.it

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