Il (grosso) problema di Matteo Salvini per le elezioni europee 2024

16 gennaio
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Non c'è alcuna concessione all'orizzonte per la Lega dopo che Fratelli d'Italia ha di fatto "imposto" al centrodestra un suo nome, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, come candidato alle regionali in Sardegna. Oggi i leader proveranno a dirimere le questione: nessuno lo vuole chiamare vertice, ma Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani si vedranno a margine del Consiglio dei ministri e lì si capirà come uscire dall'impasse. Non c'è più tempo.

Rebus candidati alle regionali

La posizione degli uomini di Meloni è che un riequilibrio nei rapporti di forza sia inevitabile. Mandando anche un messaggio alla Lega, secondo indiscrezioni: ovvero che dopo le europee, gli equilibri potrebbero essere ancora più favorevoli a FdI e al Carroccio non conviene tirare troppo la corda. Dal fronte Lega si evita di parlare, nonostante la riunione del Consiglio Federale. All'uscita ieri nessuno si è fermato coi cronisti, solo generiche dichiarazioni (il capogruppo in Senato Romeo) sul fatto che "una quadra si troverà".

Matteo Salvini ha fatto più volte capire che l'unità della coalizione è la sua unica preoccupazione, e nessuno dubita che, come da trent'anni a questa parte, anche stavolta il centrodestra alle urne si presenterà unito. Ma come? In ballo non c'è solo la Sardegna, ma il risultato delle europee e soprattutto il destino di un big del Carroccio come Luca Zaia: presente ieri di persona al Consiglio Federale, il 'Doge' che da quasi 15 anni governa il Veneto, vede ora davanti a sé la tagliola del limite dei mandati. Alla Lega da FdI non arriva alcun segno di disponibilità, almeno ufficialmente, per una modifica della legge che permetterebbe la ricandidatura a oltranza di Zaia.

Dopo non aver ottenuto la ricandidatura di Solinas in Sardegna, la Lega avrebbe voluto un suo uomo per la Basilicata. Una "compensazione" secca. Forse non lo otterrà, e la novità delle ultime ore è che anche Fratelli d'Italia si sarebbe convinta di dover cambiare l'attuale governatore Bardi, che per Forza Italia fino a ieri era intoccabile. La premier ha in testa uno schema preciso ormai: due Regioni al voto nel 2024 per FdI (Sardegna e Abruzzo), soltanto una alla Lega (Umbria) e una a Forza Italia (Piemonte), con in Basilicata un esponente della società civile. Per Tajani invece i candidati azzurri, Cirio in Piemonte e Bardi in Basilicata, sono intoccabili. 

Il problema di Salvini

Salvini ieri avrebbe avvertito i suoi: "Le europee saranno fondamentali, c’è il rischio della polarizzazione del voto: bisogna darsi da fare". Lo spettro è l'affermazione degli alleati nel centrodestra, non solo di FdI che è in testa a tutti i sondaggi, ma anche un risultato migliore delle attese, rispetto a quanto preventivabile dopo la scomparsa di Berlusconi, per Forza Italia. Con la Lega, che nel 2019 aveva preso il 34,3 per cento, magari ridotta a poco più di un quarto del consenso record raggiunto alle europee di cinque anni fa. 

C'è, sostanzialmente, un grosso problema per il ministro dei Trasporti: alle elezioni europee ci sono le preferenze e servono candidati forti da schierare in lista, e servono presto. I tre governatori leghisti, Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e Attilio Fontana, gli hanno detto no, da tempo. Non sono interessati a una candidatura. E pure la candidatura del corteggiatissimo generale Roberto Vannacci è ancora in dubbio. Salvini ha in mente una lunghissima campagna elettorale, da qui alle europee, per coinvolgere i militanti e gli iscritti, presentandosi come l'uomo "del fare" dal ministero dei Trasporti. Ma, a differenza che nel 2019, quando era vicepremier e ministro, stavolta non si candiderà come capolista.

All'orizzonte si delinea uno scenario che non piace per niente alla Lega. Fratelli d'Italia potrebbe voler mirare infatti al bersaglio grosso nei prossimi anni: ovvero, la presidenza di una grande regione del Nord ora amministrata dal Carroccio, Veneto o Lombardia.

Fonte: www.today.it

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