Labbraccio di Berlusconi al M5s: "Sì al reddito di cittadinanza", ma sullo sfondo cè il Quirinale

22 novembre
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Èun Silvio Berlusconi a tratti inaspettato quello che parla dalle colonne del quotidiano Il Tempo: intervistato dal direttore Franco Bechis esprime un apprezzamento per il Movimento 5 Stelle e per Giuseppe Conte, che "merita rispetto anche se le differenze politiche sono rilevanti". Il presidente di Forza Italia ha preso le distanze dal leader della Lega Matteo Salvini esprimendo un giudizio fortemente positivo sul reddito di cittadinanza: "Gli importi finiti nelle mani di chi non ne aveva diritto sono davvero poca cosa rispetto alle situazioni di povertà che è andato finalmente a contrastare".

L'uscita di Berlusconi arriva a sorpresa e a pochi giorni dall'annuncio della proposta del vicepresidente di Forza Italia Tajani che aveva chiesto che il reddito di cittadinanza venisse corrisposto solo a chi non può lavorare.

"Dopo tre anni ha capito che il Reddito di cittadinanza è una misura sociale che aiuta le classi più deboli e anche chi perde il lavoro e ha bisogno di un'assistenza nella fase di emergenza" esulta il capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle Davide Crippa a Skytg24 spiegando come correttivi inseriti nella manovra 2022 intervangano sul controllo preventivo."Non possiamo raccontare al Paese che i furbetti siano un problema numerico enorme. Tra le frodi ai danni dello Stato, quelle che riguardano il Reddito sono cifre irrisorie. Quando si realizzano misure epocali come quella del Reddito di cittadinanza, servono poi dei percorsi di correzione. In Germania il sistema è a regime, ma dopo dieci anni. Serve quindi un check, certo. Ma una cosa è migliorare una misura – conclude Crippa - altra cosa è cancellarla”.

Eppure ci potrebbe essere dietro un disegno ben preciso dietro l'uscita di Berlusconi

Reddito di cittadinanza, perché Berlusconi ha cambiato idea

C'e' stato un tempo in cui Silvio Berlusconi ai parlamentari del Movimento 5 Stelle non avrebbe fatto nemmeno "pulire i cessi". Ma con il voto sul Quirinale alle porte il patron di Forza Italia è sempre più disposto a cambiare idea. La sua intervista al Tempo, in cui si dice favorevole al reddito di cittadinanza, viene unanimemente letta come un tentativo neppure troppo velato di ingraziarsi i voti della galassia grillina.

D'altronde il Cavaliere da qualche settimana ha dato il via a quello che si potrebbe definire un vero e proprio corteggiamento. Prima ha elogiato Conte - "ha un po' il mio stile" - poi ha preso le difese dei navigator per il tramite del fidatissimo Brunetta, infine, oggi, l'endorsment sul reddito di cittadinanza. "È giusto, aiuta i poveri", dice. Un tempo pensava che fosse "una presa in giro, una promessa impossibile da mantenere".

Sullo sfondo c'è la lotteria delle votazioni per il Quirinale. Nelle prime tre servirà il quorum dei due terzi dei 1009 grandi elettori. Ma Berlusconi, verosimilmente, punta alla quarta votazione quando basteranno 505 voti per assurgere al Colle più alto. Stando ai calcoli che circolano tra i gruppi parlamentari, al momento il Cavaliere potrebbe contare su una soglia vicina ai 480 voti. Di qui la strategia di appianare i rapporti coi nemici di sempre. E attrarne i consensi.

Nei gruppi parlamentari M5s la prima reazione è tiepida. Fonti contattate dalla Dire avvertono che è il caso di usare la massima cautela. "Non possiamo votare Berlusconi al Quirinale. Prima o poi ci sarà una presa di posizione ufficiale dei vertici M5s a ribadirlo", spiegano. Ma le stesse fonti invitano a riflettere su una circostanza: l'obiettivo del Cavaliere potrebbe essere un altro. I destinatari reali sarebbero infatti quei 95 ex senatori ed ex deputati che costituiscono la componente più numerosa dei 267 cambi di casacca di questa legislatura.

È vero che in gran parte gli ex M5s sono più radicali degli stessi M5s. Ma proprio per questo potrebbero finire per votare Berlusconi. "A voto segreto, quale migliore occasione per screditare il M5s? Votano Berlusconi e dicono che sono stati i M5s a farlo", ragionano nei gruppi pentastellati.

Il tandem Berlusconi - Draghi al Colle

Tanto più che Berlusconi ha fatto circolare tra i parlamentari una versione delle sue ambizioni ben più accettabile di quella ipotizzata in un primo momento. Non si candida cioè a ricoprire l'intero settennato, ma ad essere il traghettatore tra questo Parlamento e il prossimo. Quando saranno elette le nuove Camere, con il taglio di un terzo di deputati e senatori, Berlusconi potrebbe dimettersi e agevolare l'elezione di un altro presidente della repubblica. A quel punto potrebbe essere Mario Draghi.

Fonte: www.today.it

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