Liste, elezioni e manovra: cosa succede prima e dopo il 25 settembre, tutti gli scenari

22 luglio
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Tutto deciso, si vota tra due mesi. Il 25 settembre è il giorno delle prossime elezioni politiche. Si va di corsa, il calendario dei prossimi mesi tra presentazione delle candidature, appuntamento elettorale e legge di bilancio da scrivere è a dir poco fitto. Proviamo a mettere un po' d'ordine. Ci sono le liste dei candidati entro un mese a partire dal 21 luglio e poi il deposito dei simboli proprio a Ferragosto: con lo scioglimento delle Camere decretato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la politica quest'anno non va in vacanza. Il conto alla rovescia è già partito, anche perché prima dell'ultima domenica di settembre ci sono una serie di adempimenti e scadenze da rispettare. E poi sarà una maratona con poca pause per l'approvazione della legge di bilancio. Saranno cinque mesi ad alta tensione. Il presidente della Repubblica nel suo breve discorso di ieri ha invitato di fatto i leader politici a programmare un calendario di lavori per mandare in porto alcuni provvedimenti e il Pnrr: "Ho il dovere di segnalare - ha avvertito Mattarella - che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale".

Cosa succede nei prossimi giorni, settimane, mesi

Fino a che non sarà insediato un nuovo esecutivo, il governo Draghi continuerà a operare. Il perimetro degli "affari correnti" stavolta è assai ampio: pandemia, guerra in Ucraina, inflazione e costo dell’energia, Pnrr. L'esecutivo non lavorerà soltanto alla definizione del prossimo decreto Aiuti (10 miliardi). Sul tavolo c'è anche un quarto decreto Armi per Kiev e che verrà licenziato a breve (su questo tema esiste un atto di indirizzo del parlamento che gli dà copertura legale fino al 31 dicembre). Sul Pnrr, non solo c’è da approvare riforme come la Concorrenza, decisive per mantenere gli impegni con Bruxelles, ma anche completare l’iter di provvedimenti altrettanto determinanti come i decreti di attuazione di natura amministrativa. Senza dimenticare i decreti delegati (si pensi ad esempio alla riforma della Giustizia) che richiedono comunque un passaggio parlamentare. Tanta carne al fuoco.

Tutti i partiti sono già proiettati verso le elezioni. Il centrodestra, che parte avanti nei sondaggi, ha i suoi problemi. Ad esempio, Forza Italia ribolle dopo la decisione di Berlusconi di schierarsi con Salvini nella rottura con Draghi: Berlusconi ha liquidato seccamente, "sono esponenti senza seguito", le dimissioni dal partito di due dei tre ministri (dopo Gelmini, Brunetta), e la forte presa di distanza di Carfagna. In quello che era il centrosinistra il "campo largo" di fatto non c'è più. L'alleanza Pd-M5s, già di per sé fragile, andrà ridiscussa, forse è già naufragata. I tempi sono stretti, dato che nel fine settimana Pd e 5 stelle dovrebbero partecipare insieme a "primarie aperte" per scegliere il candidato per le regionali siciliane. Secondo Repubblica il possibile identikit del campo elettorale intorno al Pd sarà così composto: "Alla sua sinistra Articolo 1 e il cartello rosso-verde di Sinistra italiana e dei Verdi, alla sua destra Azione e +Europa, se ci staranno. Poi la nuova area liberal-ecologista alla quale stanno lavorando il sindaco di Milano Beppe Sala e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio".

27 luglio

È il termine entro il quale il ministero degli Interni deve inviare al ministero degli Esteri gli elenchi degli elettori all’estero, che vengono costantemente aggiornati. La legge stabilisce infatti che devono essere inviati entro il sessantesimo giorno antecedente le votazioni.

12-13 e 14 agosto

È la data limite entro il quale i partiti devono depositare al Viminale i contrassegni e i simboli elettorali.

21 e 22 agosto

Sono i giorni riservati alla presentazione delle liste, il 35esimo e il 34esimo antecedente il voto. Le liste dei candidati vengono presentate negli uffici centrali elettorali costituiti presso le Corti d’Appello. La legge elettorale, il Rosatellum, già usata nel 2018, nel 2022 sarà applicata al ridotto numero di deputati (400) e senatori (200) eleggibili. E' un mix di maggioritario e di proporzionale. In estrema sintesi: il 61% dei seggi (244 alla Camera e 122 al Senato) sarà assegnato su base proporzionale, un 61 che diventa 63% perché è di tipo proporzionale anche il voto degli italiani all’estero (a questo giro eleggono 8 deputati e 4 senatori). Ma il 37% (148 deputati e 74 senatori) dei seggi sarà assegnato con il sistema maggioritario in collegi uninominali. Dunque nei collegi uninominali le alleanze ed ancora di più le fratture fra partiti faranno la differenza. La spartizione dei collegi elettorali tra gli alleati è un puzzle complicato e delicatissimo, sbagliare il candidato su un territorio significa regalare un deputato o un senatore agli avversari. Impossibile adesso scommettere, perché il fatto che il Pd nei collegi uninominali corra o no insieme al M5s sarà decisivo. Con l'attuale legge elettorale, è possibilissimo che dalle urne di primavera non uscirà un chiaro vincitore, ma uno strappo totale Conte-Letta spianerebbe la strada a Meloni, Salvini e Berlusconi.

26 agosto

Inizia ufficialmente il mese di 'propaganda elettorale', il mese di campagna elettorale prima del voto, con l’affissione dei manifesti elettorali. In realtà ormai la cartellonistica ha un ruolo marginale, la campagna elettorale è iniziata nel momento stesso in cui è parso chiaro, lo scorso 20 luglio, che il governo Draghi fosse ormai ai titoli di coda e non ci sarebbe stato alcun bis. Sarà un'estate di comizi in spiaggia? In realtà la campagna finirà per concentrarsi nelle ultime due settimane prima del voto.

25 settembre

Si vota, è il giorno delle elezioni politiche.

27 settembre

Snodo importante con l'approvazione delle nuove previsioni macro economiche - dal Pil al deficit al debito - che il governo inserisce nella Nadef, la nota di aggiornamento del Def che va presentata entro il 27 settembre. Sono passati due giorni dalle elezioni, lo spoglio magari non sarà ancora ufficialmente nemmeno terminato in alcune sezioni. I tempi sono tali che non ci sarà - ovviamente - un nuovo governo, dunque sarà il ministro dell'Economia dell'esecutivo Draghi, Daniele Franco, a mettere a punto le nuove previsioni che, ovviamente, non potranno avere un carattere programmatico, cioè non potranno tener conto delle misure che si intende prendere. Dovranno limitarsi ad indicare i 'tendenziali' a legislazione vigente. Ovvero l'andamento dell'economia in assenza di interventi, ma solo in base a quanto già deciso nel passato.

13-15 ottobre

È la data entro la quale deve tenersi la prima seduta del nuovo Parlamento. A stabilirlo è sempre l’articolo 61 della Costituzione, in base al quale "la prima riunione" delle Camere "ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni". Finché non sono riunite le nuove camere, prosegue l’articolo, "sono prorogati i poteri delle precedenti".

20 ottobre

I tempi delle elezioni politiche si incrociano in maniera inedita con quelli della finanza pubblica, per la messa a punto della manovra di bilancio. Votare in autunno non è la regola, bensì l'eccezione. Sarà a quel punto una corsa contro il tempo per evitare la 'dead line' del 31 dicembre, quando scatta l'esercizio provvisorio in base alle regole predisposte dalla Costituzione. Che cosa significa? In pratica la mancata approvazione della manovra di Bilancio entro fine anno fa scattare una sorta di contingentamento sulle spese che vengono ripartite in quattro dodicesimi, in pratica con una tagliola trimestrale, limitando quindi gli esborsi.

Ma l'iter che porta alla manovra comincia molto prima. Come detto, la nota di aggiornamento del Def che va presentata entro il 27 settembre, poi entro il 15 ottobre serve un documento analogo con le stime va inviato all'Ue. Anche in questo caso sarà difficile che ci possa essere un nuovo governo.

La scadenza fissata per il varo della manovra ufficialmente è il 20 ottobre. Ma come hanno dimostrato gli ultimi anni la data non è tassativa. Anzi, spesso dopo l'approvazione è passato molto tempo prima dell'arrivo del testo definitivo alle Camere. Bisogna concludere i lavori entro il 31 dicembre. Appare chiaro che gli schieramenti politici in campo per le elezioni dovranno già aver messo a punto un progetto di bilancio, anche perché su alcuni temi la mancanza di decisioni avrebbe un deciso impatto. Basti pensare alle pensioni: senza un piano chiaro e dettagliato, si torna alla Fornero, addio alle norme di flessibilità per l'uscita ora in vigore.

Cosa può fare Draghi nei prossimi mesi

Un governo dimissionario deve sempre ricordarsi "d'essere come un elefante nella cristalleria", dice alla Stampa il professore Salvatore Curreri, docente di diritto costituzionale all'università di Enna. I poteri sono limitati, avendo preso atto che manca la coesione della maggioranza che lo sostiene (non è stato sfiduciato, ma poco cambia). Il governo potrà fare decreti legge? "Sì, perché i decreti sono atti necessari e urgenti - spiega Curreri - Non potrà chiedere un voto di fiducia, ma secondo Costituzione le Camere, anche se sciolte, possono essere convocate per la conversione dei decreti in legge".

Possono tornare anche i Dpcm come i tanti visti nei due anni e mezzo di Covid? In teoria sì,  "ma meglio se discendente da un decreto che gli dia copertura giuridica come ha stabilito la Corte costituzionale. Per essere chiari: se dopo l'estate ci fosse un'emergenza Covid, allora anche un governo dimissionario potrebbe intervenire con un decreto e poi un Dpcm che impone restrizioni. Meglio però, nel caso, che si consulti con i partiti", dice Curreri. Per nomine di ogni tipo e spese pluriennali invece le scelte spetteranno al nuovo governo.

Fonte: www.today.it

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