Riaprono le centrali nucleari? Cosa vuole fare il prossimo governo

21 ottobre
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"Sì alla ricerca sul nucleare pulito e sicuro di ultima generazione. Da ministro del prossimo governo, e magari anche da vicepresidente del consiglio, saranno detti i sì per sbloccare i cantieri. E ci sarà anche il sì all'energia nucleare. Saranno al centro della mia attività e di quella del prossimo governo". Lo ha detto ieri Matteo Salvini ribadendo una convinzione già espressa più volte in passato e nel corso della campagna elettorale. Secondo il leader della Lega "il nucleare è l'unico modo per pagare meno la bolletta della luce". Di più. "Il nucleare pulito per me è un'urgenza" e "se l'Italia avesse 15 reattori nei prossimi dieci anni, col centrodestra al governo, allora si tornerebbe al futuro, al green". Ovviamente, "se serve, anche chiedendo il parere degli italiani".

L'obiettivo di costruire nuove centrali nucleari è scritto nero su bianco anche nel programma con cui Lega si è presentata alle elezioni: "In abbinamento con le rinnovabili", si legge, è necessario "pianificare lo sviluppo, nel medio-lungo termine, del nucleare di ultima generazione, pulito e sicuro, riconosciuto nella tassonomia europea, per perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 e allo stesso tempo rispondere alla domanda sempre crescente di energia elettrica, garantire un sistema energetico sicuro e stabile e ridurre la dipendenza".

Nucleare, Meloni resta cauta: "Rischiamo sui tempi"

E dunque con il centrodestra al governo si torna al nucleare? In realtà gli alleati di Salvini sono più cauti. Nel programma di Fratelli d'Italia si parla, molto più timidamente, di "investire nella ricerca sul nucleare di ultima generazione", mentre in quello condiviso da tutti gli alleati di centrodestra si menziona tra gli obiettivi il "ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro energetica dall'estero". 

In campagna elettorale Giorgia Meloni ha insistito sulla riattivazione dei pozzi di gas e sull'approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, ma sul nucleare, pur precisando di non aver "pregiudizi ideologici su niente", è apparsa come minimo dubbiosa. "Sul tema del nucleare - ha spiegato - c'è da fare una valutazione molto precisa perché noi rischiamo sui tempi. La tecnologia sta andando avanti molto velocemente, l'Eni lavora sulla fusione nucleare che è stata fonte di energia completamente pulita e che non ha rischi ambientali, e che però ha dei tempi mediamente lunghi. Il rischio è che noi arriviamo ad una tecnologia che è obsoleta: è un rischio che va calcolato".

E Silvio Berlusconi? L'ex premier, pur favorevole in linea di massima, non si è sbilanciato più di tanto, ma in campagna elettorale ha promesso che l'Italia riprenderà "la ricerca sul nucleare di quarta generazione, come tutta l'Europa ha deciso di fare: la ricerca che ci potrà dare in futuro energia pulita e sicura in grande quantità". Nel breve periodo però la ricetta di Forza Italia è quella di realizzare "impianti per le energie rinnovabili, per sfruttare il calore del sole, l'energia del vento e dell'acqua, il moto delle maree". Insomma, la destra si scopre ambientalista.

Molto diversi i toni usati da Salvini che al nucleare crede così tanto da lanciare anche una provocazione: "Vorrei che un futuro reattore fosse ospitato nella mia Milano, lo voglio nel mio quartiere, Baggio". Del resto, è il ragionamento del segretario leghista, "ci sono 441 reattori nucleari funzionanti nel mondo, di cui 104 in Europa e 56 solo in Francia. In Italia, zero". 

Quali sono i tempi

Ma se nucleare deve essere su quali impianti puntare? Sulle così dette centrali di "quarta generazione" (che però sono ancora un prototipo), sui piccoli reattori modulari di cui ha parlato Cingolani o su una tecnologia già pronta all'uso come il nucleare di terza generazione? A giudicare dalle dichiarazioni degli esponenti di centrodestra (che hanno sempre parlato di "nucleare pulito" e di "ultima generazione") quest'ultima ipotesi forse può essere esclusa. 

I tempi in ogni caso non sarebbero brevi. Lo stesso Salvini in campagna elettorale ha dichiarato che servirebbero 7 anni per avere "il primo megawatt", "questo va detto per serietà, ma se non si inizia mai si arriva". Si tratta però di una stima ottimistica, considerando che la realizzazione degli ultimi impianti in Occidente ha richiesto tempistiche ben più lunghe. Basti pensare che lo scorso marzo la Finlandia ha iniziato i test per la produzione energetica di una nuova centrale nucleare, la prima ad aprire in Europa da quasi 15 anni. Si tratta del terzo reattore dell'impianto di Olkiluoto, che è entrato in funzione con ben 13 anni di ritardo rispetto ai tempi inizialmente previsti. In altre parole potrebbero passare anche svariati lustri prima di vedere una centrale in funzione. Ammesso che sul tema ci sia unità d'intenti nella coalizione, cosa invero non proprio scontata. 

Fonte: www.today.it

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