Un herpes (geneticamente modificato) potrebbe aiutarci a combattere il cancro

3 ottobre
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Una nuova terapia anti-tumorale basata su una varietà del virus dell’herpes sta dando speranza a tanti ricercatori e malati di cancro. Il virus, geneticamente modificato per adempiere alle finalità terapeutiche, è stato in grado di infettare e distruggere le cellule dannose in diversi pazienti che hanno partecipato a una recente sperimentazione. I risultati sorprendenti della nuova terapia sono stati presentati a un convegno di oncologia che si è tenuto a Parigi. 

Tra i casi di studio più interessanti per la comunità scientifica c’è quello di Krzysztof Wojkowski, un londinese di 39 anni che ha preso parte ai test umani sulla sicurezza del farmaco sperimentale. All’uomo era stato diagnosticato nel 2017 un cancro alle ghiandole salivari, riporta la Bbc. Nonostante gli interventi chirurgici e altri trattamenti svolti per tempo, il suo cancro aveva continuato a espandersi, al punto che al paziente era stato detto che non c'erano più possibilità di guarigione. “Stavo ricevendo le cure di fine vita”, ha ricordato Wojkowski, quando gli è stata offerta “la possibilità di partecipare al processo di sperimentazione”.

All’uomo è stato dunque somministrato un breve ciclo di terapia a base virale, una versione del virus che normalmente causa l'herpes labiale modificata geneticamente. "Ho fatto iniezioni ogni due settimane per cinque settimane” e i virus “hanno completamente sradicato il mio cancro”. “Sono libero dal tumore da due anni ormai”, ha raccontato l’uomo.

I ricercatori che hanno svolto la sperimentazione hanno spiegato che le iniezioni, praticate direttamente sul tumore, attaccano il cancro in due modi: invadendo le cellule tumorali e facendole esplodere, attivando quindi il sistema immunitario. 

La terapia a base virale è stata somministrata a circa quaranta pazienti come parte dello studio. Ad alcuni è stata somministrata l'iniezione del solo virus, chiamato RP2, mentre altri hanno ricevuto un mix integrato con un altro farmaco anti-tumorale di nome nivolumab. L’uomo guarito dal tumore alle ghiandole salivari faceva parte del primo gruppo di pazienti.

Tre sui nove pazienti trattati solo con RP2, incluso Wojkowski, hanno visto i loro tumori ridursi. Anche sette sui restanti trenta che avevano ricevuto un trattamento combinato hanno tratto benefici dalla terapia. "È raro vedere tassi di risposta così buoni negli studi clinici in fase iniziale, poiché il loro obiettivo principale è testare la sicurezza del trattamento e coinvolgono pazienti con tumori molto avanzati per i quali i trattamenti tradizionali hanno smesso di funzionare", ha affermato il professore Kevin Harrington, capo del team di ricercatori che hanno testato la terapia sperimentale sui pazienti. Le risposte al trattamento, ha aggiunto, sono state “veramente impressionanti” in una serie di tumori avanzati, incluso il cancro all’esofago e un raro tipo di tumore agli occhi. "Sono ansioso di vedere se ci saranno altri benefici nella sperimentazione con un numero crescente di pazienti”, ha concluso il professore.

Fonte: europa.today.it

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