La sindrome di Tokyo: le stelle dello sport "schiacciate" da pressione e aspettative

28 luglio
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Se tre indizi fanno una prova adesso c’è la certezza: la pressione e la tenuta mentale degli atleti sta diventando un problema serio. Lo dimostrano le Olimpiadi di Tokyo: la prima a far scattare l’allarme è stata la tennista Naomi Osaka che dopo aver saltato Roland Garros e Wimbledon per le tensioni registrate e aver ricevuto un nuovo carico di attenzioni come ultimo tedoforo alla cerimonia inaugurale, è stata eliminata al terzo turno del singolare femminile che disputava in casa. "Ho sentito una grande pressione" ha dichiarato dopo l’eliminazione a sorpresa.

Forse ancora più scalpore ha fatto il ritiro di Simone Biles durante la finale del concorso a squadre di ginnastica artistica in cui gli Stati Uniti hanno comunque chiuso secondi. "Devo pensare alla mia salute mentale" è stata la motivazione della ventiquattrenne da tanti considerata la più forte ginnasta di tutti i tempi e capace di portare nel proprio medagliere già 4 ori olimpici e 19 vittorie ai Mondiali. Addirittura la Biles ha parlato di "demoni nella sua testa" sottolineando nuovamente che "a volte mi sento davvero come se avessi il peso del mondo spalle".

Non bastano nemmeno le medaglie olimpiche a far esplodere la gioia. Neppure se è la prima, come quella di Federico Burdisso, bronzo nei 200 farfalla, che non appena si presenta di fronte ai giornalisti sorride poco ed esordisce così: "Non è stato il mio tempo migliore, ma nelle finali conta chi mette la mano davanti. Un po’ di rimpianti ci sono perché se fossi arrivato al pieno delle potenzialità fisiche e mentali un secondo posto sarei riuscito a ottenerlo".

Cosa intendi con mentali?

"Purtroppo sto soffrendo molto di tensione e ansia in questi giorni. Non mi è mai capitato, non mi stresso facilmente ma questa manifestazione è più grande di me. Sto facendo fatica e la pressione non mi fa bene. Sento eccessivamente anche le aspettative".

E’ dura?

"Abbastanza. Se fossi venuto puntando a una semifinale forse l’avrei vissuta diversamente. Sapevo di valere la medaglia e questo nei giorni scorsi ha pesato. Adesso che sono salito sul podio probabilmente affronterò i 100 delfino in modo più leggero".

Quando torni in Italia pensi di fare qualcosa per affrontare questa  problematica di cui hanno parlato anche altri atleti?

"Non sono mai stato un ragazzo ansioso, non ho mai sofferto di questo. Ci sta, è la mia prima Olimpiade e devo capire come funziona, da adesso spero sia tutto in discesa. Non ho intenzione di fare niente perché di testa sono sempre stato uno solido".

Ma sei arrivato terzo e hai vinto una medaglia.

 

"C’è del buono, si può fare ancora meglio, io guardo sempre allo step successivo".

Fonte: www.today.it

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